Schede
Anche se non riporta il Premio, assegnato all'opera di uguale soggetto di Cesare Masini, la tela del Muzzi, contrassegnata dal motto «Seggendo in piuma in fama non si vien né sotto coltre», merita l'acquisto da parte della Magistratura Comunale di Bologna, essendo giudicate entrambe le opere «sovrabbondevolmente meritevoli di premio» («Gazzetta di Bologna», 1 ottobre 1836). Il giudizio della Commissione evidenzia vari pregi «nell'azione e nella scena architettata nello stile di que' tempi: così dicasi de' vestiari de' vari personaggi introdotti, in fuori del Bembo vestito da Cardinale, alla cui dignità non era ancora in quell'epoca pervenuto. Anche nelle teste, nelle quali l'artista avendo avuto in vista d'imitarne il vero, piace quella varietà. Per altro alcuni difetti vi ha scorti; come nella luce troppo sparsa e viva per un luogo interno; nelle mani, generalmente meschine e poco accuratamente eseguite; e nella posizione del Pontefice non bene equilibrato in piedi siccome troppo slanciato verso il Re. Vi ha ravvisato altresì un tocco di pennello poco diligente, e qualche velatura trascurata». A confronto con la contemporanea opera del Masini, il quadro si rivela tutto devoto alla tradizione bolognese tardosettecentesca, estremamente viva nella cultura accademica bolognese.
Antonio Muzzi, L'abboccamento del sommo pontefice Leone X in Bologna col Re di Francia Francesco I nel dicembre dell'anno 1515 . Olio su tela, cm. 108 × 142. Concorso Curlandese 1836, grande premio di Pittura. MAMbo, Collezioni storiche.
Alessandra Borgogelli
Bibliografia: Atti Acc., 1841, p. 41; Gazzetta di Bologna, 1 ottobre 1836; M. Gualandi, 1838, p. 24. Testo tratto da "I Concorsi Curlandesi". Bologna, Accademia di Belle Arti 1785-1870, catalogo della mostra, a cura di Renzo Grandi, Bologna, Galleria d’Arte Moderna, marzo-maggio; Museo Civico, giugno-luglio, 1980.