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La scalinata - Giuseppe Termanini

Giuseppe Termanini

Schede

Il dipinto di Giuseppe Termanini rappresenta un luogo specifico di Roma, la «Salita dei Borgia», la scalinata che passa sotto l’arco della Suburra e il cosiddetto balcone di Vannozza, dove secondo la tradizione popolare avrebbe abitato l’amante del Papa Alessandro VI con i figli illegittimi. L’opera sembra presupporre un soggiorno romano da parte dell’artista e la conoscenza delle vedute urbane prodotte dai pittori danesi, tra i quali Christoffer Wilhelm Eckersberg, allievo di Thorvaldsen. Del resto il viaggio a Roma era diventato quasi d’obbligo per chi volesse aggiornarsi nel genere del paesaggio, una pratica condivisa da molti degli allievi di Vincenzo Martinelli, Rodolfo Fantuzzi, Gaetano Tambroni, Giovan Battista Bassi. Comincia così, anche per i bolognesi, la scoperta della pittura dal vero sulla scia dei modelli francesi, in primis Granet. Quest’ultimo, oltre a esercitare la sua influenza a Roma, espone a Bologna nel 1817 e nel 1818. A sostegno di un soggiorno romano dell'artista, Vincenzo Nascetti (2017, n. 13) cita un olio su tavola rappresentante la Grotta di Posillipo, classica meta del Grand Tour. Anche nel dipinto qui in esame ci sono elementi che rimandano alla pittura di Francoise Marius Granet, come il gusto per i contrasti chiaroscurali e il motivo figurativo dell’arco in fondo alla scala. Tratti che ricorrono in maniera ancora più decisa in un altro dei dipinti presso il museo, un Paesaggio (inv. 254) con arco, molto simile nella tecnica e nelle dimensioni alla Scalinata. E’ probabile dunque che le due opere appartengano alla medesima stagione pittorica, poi abbandonata a favore di un ritorno «all’arcadia martinelliana» che caratterizza gli altri paesaggi presenti presso il museo, due dei quali datati 1843 e 1845.

Come nel caso di Giacomo Savini, le sette opere di Termanini sono confluite nella raccolta Davia Bargellini come proprietà del marchese Giuseppe Davia, un fatto confermato da due dediche poste a tergo. Il pittore infatti era abituato a fare dono dei suoi lavori agli amici. L’artista fu apprezzato, oltre che per le vedute, per i suoi «notturni», paesaggi al chiaro di luna intrisi di mistero, lodati dai contemporanei. Salvatore Muzzi li definì «bellissimi». Oggi ne rimangono diversi in collezione privata.

Giuseppe Termanini (Bologna, 1769 - ivi, 1850), La scalinata, dipinto a olio su tavola, 31x27 cm., Bologna, Museo Davia Bargellini.

Ilaria Chia

Bibliografia: Ottocento Romantico. Paesaggi, volti e figure nella prima metà del XIX secolo, mostra a cura di Vincenzo Nascetti, Bologna- Galleria de’ Fusari, 2017. Dall’Accademia al vero. La pittura a Bologna prima e dopo l’Unità d’Italia, catalogo della mostra a cura di Renzo Grandi, Bologna 1983. Museo Civico d’arte industriale e Galleria Davia Bargellini, a cura di Renzo Grandi, Bologna, 1999.