Schede
Depositato dall’ing. Paolo Belvederi nel 1891, unitamente ad altri tre dipinti di Gaetano Belvederi, il quadro descrive, in maniera aneddotica, i festeggiamenti che ebbero luogo a Bologna nel febbraio del 1849, in seguito alla nascita della Repubblica Romana e al crollo del potere temporale della Chiesa. Artista poco documentato, Gaetano Belvederi fu allievo del Collegio Venturoli e dell’Accademia di Belle Arti di Bologna, dove riceveva piccoli premi sino al Curlandese del 1849 e si presentava con assiduità e continuità alle esposizioni con lavori di soggetto letterario e patriottico.
Tra i quattro dipinti del Belvederi depositati al museo dal nipote Paolo questo è sicuramente il più interessante: il pittore esprime l’atmosfera gioiosa e liberatoria dell’avvenimento che si svolge intorno all’albero della libertà, rituale simbolico di derivazione giacobina e rivoluzionaria, posto come sorta di araldico à plomb formale che divide il contesto concitato e dionisiaco del ballo di borghesi e popolani intorno al fuoco e per la strada, da quello sempre festivo, ma intimo e domestico, all’interno delle abitazioni. L’avvenimento fu così descritto dalla cronaca a stampa dell’epoca: tutta la Città fu riccamente illuminata, e vidersi i lumi fin nelle case di coloro che furono e sono tuttavia poco amanti di libertà; e ciò fu per timore d’averne i vetri rotti dal popolo basso, che con faci e bandiere percorreva la Città, cantando inni di gioja; e in seguito la folla confluì sia al Teatro Comunale, sia a quello del Corso, per festeggiare la conclusione della storica giornata.
Attraverso l’ambientazione notturna della scena, saggio di studio luministico sui contrasti chiaroscurali, e la caratterizzazione popolare dei personaggi, Belvederi recupera le radici dei linguaggi visivi popolari bolognesi del XVII e XVIII secolo, espressi in pittura e incisione da Giuseppe Maria Crespi e Annibale Carracci e focalizzati sugli aspetti più quotidiani e umili della società. Il gusto per la cronaca visiva pittorica è esplicitato da Belvederi anche negli altri dipinti di proprietà del Museo e di analoga datazione: Cacciata degli Austriaci da Porta Galliera, Ugo Bassi presso la colonna Pia e Fucilazione di Ugo Bassi e Giovanni Livraghi. Nel primo l’impianto compositivo è semplice e sono insite, in fase embrionale, caratteristiche stilistiche che saranno assai più evidenti nella maturità dell’artista, come la propensione alla sintesi che determina una certa spigolosità formale, e aspetti luministici caldi, ambrati e radenti. Analoga espressività, anche se peggior qualità, è ravvisabile nei dipinti dedicati alla vita del frate barnabita, ma la Fucilazione, è realizzata con una gamma cromatica fortemente acidula che conferisce freddezza all’intera scena e lascia supporre che Belvederi sperimentasse la ricerca di varie possibilità luministiche, nelle diverse ore del giorno, sulla scorta degli studi su atmosfera e luce portati avanti dagli artisti francesi coevi, dalla Scuola di Barbizon ai primi impressionisti.
Gaetano Belvederi (Bologna, 1821-ivi, 1872), Ballo intorno all’albero della libertà, 1850 ca. Olio su tela, cm 59 x 77 inv. n. 2126.
Claudia Collina
Bibliografia: La società attraente… 1977; Farioli 1983; Collina 1993, pp. 41-43; Bandiera dipinta…, p. 189; Percorsi della memoria s.n.t.; Colucci 2011, p. 61; Bottrigari 1960-1962, vol. 2, p. 38. In collaborazione con IBC - Istituto per i beni culturali dell'Emilia Romagna.