Schede
“Villa Ravone, in origine dei Ghisilieri, poi dei Caprara e Davia, qui nel 1815, sostò Elisa Napoleone, cercando tregua all’ambascia del perduto dominio. Federico Zappoli restaurò l’anno 1925”. Così diceva la lapide murata di fianco alla villa interamente distrutta da un bombardamento aereo il 12 Ottobre 1944 quando ancora di proprietà Zappoli. I nobili Ghisilieri la costruirono nel XVII secolo e dedicarono la cappella annessa al loro più illustre antenato: Michele, poi Papa (dal 1566 al 1571) col nome di Pio V ed infine Santo; è il vincitore morale della battaglia in cui la flotta cristiana sconfisse quella turca a Lepanto il 7 ottobre 1571.
Verso gli anni '60 dell'ottocento Luigi Davia ne fece la propria residenza, che così viene descritta nel 1869 da Gaetano Gibelli nel libretto dedicato alla sua vita: "Avea scelto a soggiorno l'ampio palagio della sua villa a Ravone, chè a una gittata di pietra dalla porta detta S. Felice. Colà gli era dato di godere in riposata vita le innocenti delizie villerecce e i moltiplici agi, di che sono lieti gli abitatori delle città. Assai caro gli era quel soggiorno, ed avea ben onde! Ivi spazioso giardino da lui ridotto qua a forma inglese, là a maniera italiana; ivi vasto palagio in ogni sua parte abbellito e con semplice grazia di decoro adornato; ivi preziosa Cappella intitolata a S. Pio V, ove per ordine del nostro Marchese i più celebri artisti, di che si gloria Bologna, fecero del loro valore splendidissima prova. (...) Nella sua villa il Marchese LUIGI, quando inteso a suoi cari studi (rispetto a quali era a maraviglia fornito di libri e di tutto che bisognevol fosse), quando dato a commendevoli opere di beneficenza, e sempre pronto ad ogni bella cortesia menava assai tranquilla la vita colla sua consorte, lieto dell'amicizia di ragguardevoli personaggi, onorato da buoni, rispettato da tutti, carissimo a quanti con vincolo d'intima amistà erano a lui congiunti; e nella moderanza dell'animo suo egli forse non avea al mondo che desiderare".
Nella cappella vi era un quadro del Santo, attribuito al Guardassoni, che Imelde Gavaruzzi ved. Zappoli volle fosse collocato in una nuova Parrocchia da erigersi nella zona e che oggi è nella Chiesa di S. Maria delle Grazie e S. Pio V in Via Saffi n. 19. Al momento del passaggio di proprietà dai marchesi Davia ai Zappoli (1884 ca.), la Villa era dotata di un terreno di circa 25 ettari, serre, stallaggi, il molino del Chiù ed altri piccoli edifici. Nel 1888 sulla parte ovest dei terreni verrà costruito l’ippodromo Zappoli (rimasto in funzione sino al 1928) su progetto dell’ingegnere Filippo Buriani. L'ampia superficie a verde sarà sede di stanziamento delle truppe francesi nel 1805 durante la visita di Napoleone Bonaparte e nel 1814 con Gioacchino Murat.