Schede
Da via Santo Stefano a Strada Maggiore, situato tra le parallele via Dal Luzzo e vicolo Alemagna.
Prima documentazione dell'odonimo: 1583 (Trabisonda).
Questo vicolo è stato recentemente riaperto al traffico pubblico (anche se solo pedonale) e riqualificato nell'elenco delle vie urbane, con delibera del 4 luglio 2017.
Documentato come Trabisonda fin dal XVI secolo, questo nome, Trabisonda, fu ufficializzato dalla riforma toponomastica napoleonica del 1801.
Nel 1853 venne soppresso e chiuso con cancelli (rimossi poco prima della delibera appena menzionata): ciò ha permesso di conservare le antiche lapidette del 1801 in macigno, ad entrambi gli estremi del vicolo, recanti la denominazione TRABISONDA.
Trebisonda era il nome (Trabzon o anche Trebizond) di un porto turco sul mar Nero, molto noto dal medio evo come crocevia per i traffici tra occidente e medio oriente. Fu città bizantina e capitale dell'Impero di Trebisonda (1204-1461), uno degli stati successori dell'impero bizantino, e fu conquistata dai turchi nel 1461.
L'importanza del porto generò un modo di dire vivo ancora oggi: il faro di Trebisonda era importantissimo per i commercianti che facevano spola tra oriente ed occidente e perdere la trebisonda significa ancora oggi perdere il controllo, non sapere cosa fare e dove andare.
Che la antica città di Trebisonda abbia relazione con il nostro vicolo Trebisonda è pressoché certo. Vi fu chi ipotizzò che lo stato del vicolo (che raccoglieva rifiuti di ogni tipo, compresi gli scarichi di alcuni gabinetti pensili, cosa che forse fu causa della soppressione nel XIX secolo) avesse indotto il paragone con un porto estremamente caotico e ricettacolo di brutture quale quello di Trebisonda.
Certo che la vicinanza dei vicoli Alemagna (esistente), Inghilterra e Ongaria (scomparsi) fa pensare ad analogie, quali la presenza di una osteria all'insegna della Trabisonda o Trebisonda, o piuttosto per la presenza di gente proveniente dall'oriente.