Schede
Repubblica partigiana di Montefiorino. Durante la lotta di liberazione – in particolare nell’estate-autunno 1944 - i partigiani liberarono vaste zone dell’Italia settentrionale, subito chiamate “zone libere” o “repubbliche partigiane”. La più grande - oltre che la prima ad essere costituita, il 18 giugno 1944, dopo duri combattimenti - fu quella di Montefiorino dal nome del comune dell’Appennino modenese, tra la confluenza del Dragone e del Dolo nel Secchia. In seguito - a costo di altri combattimenti - i confini furono allargati alla provincia di Reggio Emilia, sino ad includere la zona compresa tra il passo del Cerreto e quello delle Forbici. La prima conseguenza per i tedeschi - che fronteggiavano l’esercito alleato al di là dello spartiacque appenninico - fu quella di non poter più usare le statali dell’Abetone e del Cerreto e alcune minori. Nei comuni liberati furono eletti i sindaci e i pubblici amministratori, mentre cominciarono ad affluirvi numerose formazioni partigiane dal bolognese e da altre province. Da un rapporto in data 17 luglio inviato al comando delle brigate Garibaldi a Milano risulta che nella “repubblica” vi erano 5600 partigiani, dei quali 500 disarmati e adibiti a lavori stradali. Tra le varie brigate vi erano la Matteotti Montagna di Bologna e quello che fu chiamato il battaglione russo d’assalto, perché formato di ex prigionieri russi. Grazie alla costruzione di un piccolo campo d’aviazione, il comando alleato rifornì la “repubblica” di armi e materiali vari. Il 29 luglio i tedeschi attaccarono da nord lungo la strada della valle del Secchia, da ovest contro Villa Minozzo e da sud contro Ligonchio. Dopo tre giorni di duri combattimenti le divisioni tedesche, dotate di carri armati e cannoni, ebbero la meglio sulla “repubblica” i cui difensori disponevano solo di armi leggere. Le brgg partigiane uscirono sconfitte da quello scontro, ma non distrutte e tornarono a distribuirsi, come in precedenza, nell’Appennino. Alcune attraversarono la linea del fronte e si congiunsero con gli anglo-americani. La Matteotti Montagna tornò nella zona di Porretta Terme. [Nazario Sauro Onofri]