Schede
PRADURO E SASSO (oggi SASSO MARCONI). Praduro e Sasso, che dal 1938 si chiama Sasso Marconi in onore di Guglielmo Marconi, è un comune bolognese situato subito a sud del capoluogo Bologna, nella prima zona collinare dell'Appennino bolognese. All'epoca dell'unificazione d'Italia Praduro era un comune prevalentemente agricolo, con una scarsa presenza industriale limitata a poche attività, in particolare alle cave. Con la costruzione delle grandi vie di comunicazione - il ponte sul Reno nel 1860, la tratta ferroviaria Bologna-Sasso-Vergato nel 1862, la strada della Setta che porta fino in Toscana – la località si trovò al centro dei traffici tra Bologna e la Toscana, e a Praduro fiorirono locande, osterie, mercati, fiere e stazioni, tutte attività legate al commercio e al turismo.
Praduro fu anche sede di importanti innovazion tecnologiche: nella frazione di Pontecchio operava infatti lo scienziato Guglielmo Marconi, che nel 1895 condusse gli esperimenti che lo portarono all'invenzione del telegrafo senza fili. La realtà sociale di Praduro era molto povera: la maggior parte della popolazione, infatti, era alle dipendenze di pochi possidenti che costituivano la classe dirigente; questi braccianti, fittavoli, coloni erano in perenne crisi economica, ma anche restii a chiedere lavoro e aiuto ai comuni limitrofi. I più miserabili si trovavano a vivere nelle grotte scavate sotto la Rupe del Sasso fino al crollo avvenuto nel 1892, che causò la morte di 14 persone. Si tentava di ovviare alla mancanza di lavoro in maniera paternalistica, impiegando questa gente nella costruzione di strade e ferrovie, ma si evitava diaffrontare il problema alla radice, ovvero alle problematiche dovute alla mancanza o precarietà di lavoro e al peso delle tasse. Anche a Praduro si sentirono gli echi della Grande Guerra: i sassesi caduti furono 197; a questi si aggiungono anche il caduto di Castel del Vescovo, i due di Pontecchio, all'epoca comuni autonomi, e i cinque dell'ormai scomparso comune di Sabbiuno di Monte. A loro memoria il comune pose, nel dopoguerra, una targa commemorativa con i loro nomi.
Il Comune viene così descritto nel volume "Provincia di Bologna", collana "Geografia dell'Italia", Torino, Unione tipografico editrice, 1900: "PRADURO E SASSO (7806 ab.). Questo Comune, già appartenente al soppresso mandamento di Bologna III, fu – per effetto della legge 30 marzo 1890 – aggregato al mandamento di Bologna II. Il suo territorio, occupante la estesa superficie di 9186 ettari censiti, si stende nella prima sezione della valle del Reno verso Bologna, fra monti e contrafforti d’una certa entità. Il Comune è assai frazionato e consta di diciotto parrocchie. Una parte del paese è in posizione piuttosto elevata ed internata alquanto nella valle; l’altra, appiedi di un immane blocco di roccia franosa, detta appunto il Sasso, presso la sponda sinistra del Reno e sulla strada interprovinciale, percorrente tutta la vallata da Bologna a Porretta. – Il capoluogo del Comune è una bella borgata a 17 chilometri da Bologna e a 133 metri sul livello del mare, di costruzione in gran parte moderna, in pittoresca posizione. Nei dintorni si notano numerose ville e casine di campagna di facoltosi bolognesi; vanno citate per l’elegante costruzione e le belle proporzioni architettoniche la villa Cellini sul colle detto Mezzana; la villa del principe Castelbarco-Albani, in vicinanza della confluenza del Setta col Reno; la villa Ghislieri a Colle Ameno; il palazzo Armi, coll’antico edifizio detto la Rovina; la grandissima villa Marsili-Bevilacqua, circondata da un bel parco e da verdeggianti praterie. Nel territorio di Praduro e Sasso si trovano sorgenti d’acque minerali curative, specialmente quelle dette del Rio Secco e del Rio Verde, in due vallette interessanti anche pei naturalisti chè vi trovano talvolta agate, corniole, berilli, lapislazzoli ed altre consimili pietre dure. Non lungi dal Sasso (m.128), ove il Setta s’immette nel Reno, trovansi i lavori della presa d’acqua alimentante l’acquedotto di Bologna, costrutto nel 1881 dall’ing. Antonio Zannoni, restaurando e utilizzando in parte l’acquedotto romano dal tempo d’Augusto, che derivava pure le acque necessarie a Bologna in quella località. Caratteristico per la sua imponenza era, fino a pochi anni or sono, la roccia detta il Sasso, ai piedi della quale passa la ferrovia Bologna-Pistoja e scorre il Reno. In questa roccia erano state in passato scavate delle buche, vere caverne trogloditiche, nelle quali, durante la stagione propizia, abitavano i tagliapietra e le loro famiglie, lavoranti a staccare massi di arenaria (macigno) dai fianchi del monte. Ma il 24 giugno 1892 una grandissima frana fece precipitare molta parte del gigantesco masso cagionando gravissimi danni alla strada, alla ferrovia ed alle case sottostanti, travolgendo, ferendo ed uccidendo parecchie persone. Il luogo, di ridente che era, è diventato un ammasso di spaventose rovine. Il territorio di Praduro e Sasso produce: viti, frutta, castagne, foraggi, legna da ardere ed ortaglie. Vi si alleva buona quantità di bestiame da stalla e da cortile. L’industria vi è rappresentata da brillatoi pel riso, mossi da forza idraulica; da cave di pietra arenaria e calcarea e da una cartiera (la cartiera del Maglio a Pontecchio), disponente della forza motrice idraulica di 125 cavalli ed a vapore di 40 cavalli, impegnante in media 105 operai e nella quale si produce carta di varie qualità, tra cui carta da lettere per oltre 500.000 lire all’anno. Si fabbricano pure a Praduro e Sasso paste da minestra, e panieri in vimini.
CENNO STORICO. – Si hanno memorie storiche intorno a questa località fin dal periodo comunale, specialmente quando era continuo l’andarivieni d’armati tra Bologna e Firenze, alleate nella difesa del comune partito, il guelfo. UOMINI ILLUSTRI. – Le varie terre o ville o parrocchie, come anche si dicono, di questo Comune hanno dati i natali a uomini illustratisi per scienza e virtù in pubblici uffici tenuti a Bologna. Ricordiamo fra gli altri: Lorenzo de’ Refigieri, docente di medicina e chirurgia dal 1433 al 1451 allo Studio di Bologna, nato nella frazione di Castel del Vescovo; Giovanni Guidotti, dottore in legge, docente di logica, morale e medicina dal 1397 al 1401, nativo di Badolo, e prima di questi a Badolo era nato Galeotto Guidotti, grate gaudente, lettore di retorica nel 1260 allo Studio bolognese." (Trascrizione a cura di Lorena Barchetti).
Bibliografia: Maria Carmela Passaniti, Un comune del bolognese: Praduro e Sasso fra '800 e '900, Sasso Marconi, Gruppo di studi “Progetto 10 Righe”, 2004; http://www.sassomarconifoto.it/index.php/storia/