Schede
Palazzo Pepoli “Vecchio”, situato in via castiglione 8 a due passi dalle Due Torri, ospita dal 2012 il Museo della Storia di Bologna. Questo Palazzo viene comunemente definito “Palazzo Pepoli Vecchio” per distinguerlo dall’altro Palazzo Pepoli situato quasi frontalmente ad esso e definito “Palazzo Pepoli nuovo” o più precisamente “Palazzo Pepoli Campogrande”. L’edificio così come si presenta oggi al pubblico è in realtà frutto di acquisizioni ed ampliamenti avvenuti a partire dal XIII secolo. La famiglia Pepoli è giunta a Bologna verso la metà del XII dalla campagna imolese. Nonostante il rapporto molto stretto con la Chiesa, e le origini popolari, i Pepoli si arricchiscono in brevissimo tempo grazie all’attività di cambiatori svolta nell’odierna piazza della Mercanzia che all’epoca è stata la zona del Cambio.
Già alla metà del XIII secolo molti membri della famiglia Pepoli ricoprono cariche di grande rilevanza nelle magistrature comunali oltre ai ruoli già consolidati nella vita economica. La loro attività di conto la si intuisce chiaramente dal loro stemma in cui è presente una sorta di scacchiera che simboleggia il rapido conteggio sul rapporto fra monete diverse. Romeo Pepoli, grazie alla propria attività di bancario è ritenuto uno degli uomini più ricchi ed influenti di Bologna e dell’Italia intera. Al 1296-97 il patrimonio famigliare, come risulta dai documenti, è comprensivo di 59.718 lire in denaro e 12.091 lire in beni immobiliari. Si deve a lui la scelta e l’acquisto della residenza in via castiglione. nel 1276. Documenti attestano che l’abitazione di Romeo Pepoli si affacciava sull’attuale via Castiglione n. 6-8 mentre il resto della proprietà, nel retro, era costituita da un ampio cortile aperto, con delle sorte di sedute di pietra, su cui si affacciavano una serie di edifici di minor dimensioni che ospitavano gli altri membri della famiglia. Divenuto un personaggio scomodo per la città, agli inizi del 1300 le famiglie bolognesi decidono di eliminarlo dalla vita politica così che Romeo è costretto a fuggire da Bologna con la famiglia non facendovi più ritorno. E’ il figlio, Taddeo Pepoli, al rientro con la famiglia, che nel 1337 diviene Signore della città. La sua politica di mediatore delle tensioni cittadine, permette a Bologna di vivere un periodo di stabilità e di prosperità culturale. E’ in questo periodo che viene ampliata la parte più antica del palazzo in via Castiglione dove Taddeo ospita uno dei più grandi pittori bolognesi del trecento: Vitale da Bologna.
L’edificio è costituito da una facciata esterna austera ed era protetto da un fossato con ponti levatoi. Durante l’ultima ristrutturazione del complesso si sono messi in evidenza con maggior precisione gli ulteriori ampliamenti messi in atto dai membri della famiglia Pepoli e corrispondenti alla porzione del palazzo situato al n. 10 di via Castiglione (aggiunto al n. 6 ed 8 già accorpati fra loro). All’inizio del Settecento viene realizzato lo scalone monumentale e le decorazioni dipinte e in stucco delle pareti delle volte. Nella seconda metà dell’Ottocento alcuni dipinti murali sono stati coperti, le decorazioni in stucco sono state ridipinte con diverse cromie e ne sono state realizzate di nuove. E’ nel Novecento che a causa di una serie di lavori di manutenzione viene modificato sia l’esterno del Palazzo sia l’interno. Si tratta per lo più sempre di interventi sulle decorazioni. Soprattutto nel piano terra terra sono presenti importanti interventi a scagliola. La donazione di Palazzo Pepoli Vecchio alla città di Bologna avviene da parte di Agostino Sieri Pepoli che redige il testamento il 6 marzo del 1910. Trapanese di nascita e parte del ramo della famiglia bolognese trasferitasi in Sicilia, Agostino acquista l'edificio fra il 1886-1890 da Ferdinando e Letizia Pepoli, insieme a tutti gli arredi, decidendo di utilizzarlo come sede della propria collezione d’arte e trasformandolo in una casa-museo.
Dopo la morte di Agostino nel 1914, il Comune di Bologna, dopo aver trasferito la libreria dei Pepoli alla biblioteca comunale, vende il Palazzo alla Cassa di Risparmio di Bologna. Durante la prima guerra mondiale è sede della Croce Rossa americana. Nel 2004 diviene di proprietà della Fondazione CaRisBo. Nel 2003, grazie alla vittoria del concorso internazionale di idee indetto dalla società Museo della Città di Bologna per il recupero del Palazzo, l’architetto milanese Mario Bellini è chiamato ad occuparsi dell’intera ristrutturazione del complesso e dell’allestimento museografico.
Angela Pierro