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Ospedale Gozzadini

Schede

L'Ospedale Gozzadini è uno dei più vasti e più moderni ospedali per bambini che esitano in Italia e la sua struttura è tale da poter corrispondere a tutte le esigenze della più corretta spedalizzazione infantile nonché a quelle dell'Istituto universitario della Clinica Pediatrica che vi è insediato.

È doveroso ricordare come la prima idea di fondare in Bologna un Ospedale per bambini fosse manifestata già molti anni fa dal senatore prof. Giacomo Novaro (titolare in quell'epoca di questa Clinica Chirurgica) il quale nel 1892, in occasione delle nozze di argento di Umberto e di Margherita di Savoia, aprì sul Resto del Carlino una pubblica sottoscrizione contribuendo personalmente con una prima offerta di L. 2000. Ma i fondi raccolti con tale mezzo non furono sufficienti all'attuazione della nobile idea e non si sarebbe forse venuti a nulla di concreto se nel 1908 la contessa Gozzadina Gozzadini, ultima rappresentante della antica e preclara famiglia patrizia bolognese, non avesse fatto una generosa donazione dei suoi averi a favore degli Ospedali di Bologna destinandoli alla costruzione di un ospedale per i bambini. A questa cospicua eredità, che fu calcolata allora in lire 800.000 e che fu integrata dalla generosa cessione del vitalizio da parte del conte Zucchini suo Consorte, si vennero anche ad aggiungere altri contributi, sia da parte della Amministrazione degli ospedali, sia da parte del Comune di Bologna il quale stanziò una somma di L. 100.000. Si addivenne allora alla stipulazione di una Convenzione fra il Ministero della P. I., il Rettore dell'Università ed il Presidente della Amministrazione Ospedaliera e furono gettate le basi del progetto di costruzione dell'ospedale infantile che avrebbe dovuto essere anche la sede della Clinica Pediatrica. Il prof.  , che allora dirigeva la Clinica e che tanta attività aveva spiegato per poter giungere a risultati concreti, fu incaricato dalla Amm. Ospe. Di tracciare il progetto dell'erigendo ospedale, in unione coll'ingegnere Leonida Bertolazzi. Il progetto venne elaborato infatti con sollecitudine e grande competenza, dopo accurati studi e rilievi fatti anche su larga all'estero dal prof Comba e dall'ing. Bertolazzi. Approvato il progetto, il 12 giugno 1909, commemorandosi allora in Bologna il 50° anniversario della liberazione dal dominio straniero, fu posta la prima pietra dell'Ospedale per i bambini. I lavori, eseguiti dal Bertolazzi stesso, procedettero abbastanza rapidamente sì che l'Ospedale, già del tutto ultimato, poté essere solennemente inaugurato nel 1913, in occasione del VIII Congresso di Pediatria, dal prof. Giovanni Berti il quale in quell'epoca aveva avuto l'incarico della direzione della Clinica per il trasferimento del prof. Comba a Firenze. Ma, per ragioni varie, non si poté dare subito iniziato al funzionamento del nuovo Ospedale e frattanto, essendo scoppiata un anno dopo la guerra, fu ritenuto opportuno di concedere l'uso di quei vasti locali alla Sanità Militare per l'assistenza dei soldati feriti e malati. A tale nobile scopo corrispose egregiamente l'Ospedale Gozzadini che durante tutto il periodo della guerra fu uno dei più importanti centri sanitari della città di Bologna. Ed anche dopo la cessazione delle ostilità esso fu lasciato ancora in uso della Sanità militare per le provvidenze a favore dei Mutilati. Ma, ottenuta infine la riconsegna, si poté nel 1921 dare inizio ai lavori di restauro ed il 31 agosto 1922 finalmente la Clinica Pediatrica poté fare il trasloco dei propri malati e poté così stabilirsi nella sua nuova sede.

L'Ospedale occupa una vasta area situata a levante del Policlinico di S. Orsola e posta quasi in aperta campagna, alle falde delle belle colline di Barbiano di S. Donato che gli fanno ampia e ridente cornice verso il sud. Esso consta di cui quello d'ingresso, a due piani, contiene i locali per la direzione, gli ambulatori, l'aula, i laboratori e le stanze per i medici di guardia. Il secondo padiglione, il più vasto ed intitolato Regina Margherita, pure a due piani, accoglie i malati di forme comuni, mediche e chirurgiche non contagiose: esso è suddiviso in quattro reparti, ognuno dei quali fornito di due vaste infermerre nelle quali i malati possono essere distribuiti a seconda dell'età, del sesso e del genere di malattia (reparto lattanti, dormitorio separato per le nutrici, reparto tubercolosi, reparto tifosi, ecc.). Vi sono anche camere separate per isolamento di malati gravi, camere per pensionanti, stanze da bagno, cucinette, ecc. Ogni reparto è fornito inoltre di un vasto refettorio per i convalescenti e di una veranda a vetri, ampia e luminosa, per le cure di aria e di sole, specialmente utili nei mesi invernali. Gli altri tre padiglioni sono destinati alle malattie contagiose e cioè uno alla difterite (fornito di infermerie comuni, sale di operazione, stanze di separazione, camere per pensionanti, ambienti per convalescenti, verande ecc.), uno uguale per la scarlattina e il morbillo ed infine uno più piccolo, ad un sol piano, per l'osservazione, il quale è facilmente divisibile in tre reparti completamente indipendenti fra loro e forniti ciascuno di tutti i servizi necessari. I vari padiglioni comunicano fra loro per mezzo di un passaggio sotterraneo mediante il quale si provvede alla distribuzione della biancheria, delle vivande, ecc. che vengono portate nei vari reparti per mezzo di elevatori elettrici di cui è provvisto ogni singolo reparto. Tanto l'impianto di riscaldamento a termosifone quanto tutti gli altri servizi generali funzionano in modo perfetto e corrispondono alle esigenze più moderne della igiene ospedaliera. La capacità complessiva dell'Ospedale è di più che 200 letti; attualmente però non tutti i locali sono aperti, essendo inferiore a quella cifra il numero di bambini che abbisognano di essere accolti in Ospedale e non essendo ancora aperta la Sezione di Pediatria Chirurgica. L'arredamento è fatto in modo molto appropriato all'ambiente mediante ricca suppellettile che in massima parte era stata acquistati prima della guerra. L'Ospedale è fornito di un gabinetto per cure fisiche (elettro-terapia, massaggio, cure di luce, lampada di quarzo, lampada solare, diatermia, ecc.) e di un gabinetto radiologico con impianto modernissimo donato allo Ospedale della Signora Maria Barbetti in memoria della Figlia Laura Accame. Nel mezzo del giardino, vasto e ricchissimo di belle piante, sorge un solarium per l'eliotropia donato all'ospedale in memoria del cav. Lodovico Masetti.

Oltre al servizio delle infermiere, funziona nell'Ospedale Gozzadini un avviatissimo Ambulatorio che viene fatto tutti i giorni nelle ore della mattina. Sezioni speciali di esso sono in particolar modo destinate alla cura dei bambini tubercolotici (cure vacciniche) e alle cure fisiche (elettro-terapia, radiologia). Accanto al comune ambulatorio funziona poi un Consultorio per lattanti ed Aiuto Materno, opera di beneficenza diretta a sorvegliare ed aiutare le donne povere allattanti: a questo ufficio provvede un apposito Comitato presieduto dalla contessa Carolina Isolani. Le Signore che ne fanno parte, oltre a raccogliere i fondi necessari per il funzionamento della Istituzione, si occupano personalmente di quanto occorre per il buon andamento dell'opera di sorveglianza. Il Comitato inoltre tiene alle sue dipendenze una Infermiera visitatrice, particolarmente versata nel campo dell'assistenza al bambino, la quale compie una continua sorveglianza domiciliare dei lattanti iscritti all'Aiuto Materno; con ciò essa effettua contemporaneamente un'opera di profilassi anti-tubercolare che, per la sua evidente efficacia ed importanza, riceve un riconoscimento ed un annuo sussidio dalla Direzione di Sanità. (sull'attività svolta dalla Clinica Pediatrica veggasi a pag.745 di questa Rassegna). Al funzionamento dell'Ospedale nelle sue varie sezioni provvede il personale medico della Clinica Pediatrica Universitaria coadiuvato dalle Suore dell'ospedale di S. Orsola e da uno scelto personale di infermiere. Amministrativamente l'Ospedale è unito all'Ospedale di S. Orsola. L'apertura del Gozzadini è stata accolta col massimo favore della cittadinanza che vi accorre giornalmente chiedendo l'accoglimento dei propri piccini malati.

Anche dalla provincia e dalle regioni finitime molti piccoli ammalati vi vengono di sovente portati per cura dimodoché, nonostante la elevatezza tuttora considerevole della retta di degenza, il numero degli ospedalizzati è in media abbastanza notevole. Va data lode quindi alla Amministrazione degli Ospedali di Bologna per avere saputo sormontare le difficoltà economiche non lievi del momento attuale e per aver avuto il coraggio di aprire le belle infermiere di questo Ospedale in un'epoca di generali ristrettezze corrispondendo con ciò ai desideri ed alle necessità della parte più povera della cittadinanza bolognese la quale vede con soddisfazione che questo bell'Istituto viene finalmente messo in valore a seconda della finalità assegnatagli dalla benefica Donatrice e da quanti ne procacciarono e ne curarono la edificazione. E la Città di Bologna può andare giustamente orgogliosa di questo Ospedale che è uno dei più moderni e dei più perfetti del genere, come viene giornalmente riconosciuto dai molti visitatori, italiani e stranieri, che chiedono di vederlo.

Testo tratto dalla rivista 'Il Comune di Bologna', novembre 1925. Trascrizione a cura di Zilo Brati.