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Minerbio (BO)

1919 | 1943

Insediamento

Schede

Comune prevalentemente agricolo vide nascere il primo conflitto sociale con lo sciopero bracciantile avvenuto nell'anno 1893.
I lavoratori minerbiesi scioperarono nel 1911 contro la guerra che l'Italia stava per iniziare per conquistare la Libia. Minerbio ebbe amministrazioni comunali con maggioranze costituite da socialisti riformisti dal 1908, finite con l'entrata dell'Italia nel primo conflitto mondiale. Dopo una gestione commissariale durata 4 anni e 5 mesi, il 7 novembre 1920, si svolsero le regolari elezioni amministrative.
I socialisti, con due liste, conquistarono tutti e 20 i seggi consiliari. Nella prima riunione del consiglio, il 28 novembre successivo, fu eletta la giunta e il sindaco nella persona di Raffaele Scaramagli. La nuova amministrazione subì minacce dai nascenti gruppi fascisti locali ed ebbe difficoltà che, ad arte, le furono create dalla Giunta Provinciale Amministrativa.
Durante una scorribanda squadrista, il 6 aprile 1921 nella frazione di Ca' de' Fabbri, «da un'automobile carica di fascisti ferraresi, partono colpi di rivoltella contro un gruppo d'operai.
Rimane uccisa la bimba Pilati Giuseppina di anni 5. I fascisti proseguono liberi. Il giorno dopo viene arrestato il padre della bambina, perché dava dell'accaduto una versione, secondo
l'autorità, falsa. Era la "vera" (Fascismo, 284).
Il 4 gennaio 1922, dopo un'incursione di fascisti per le vie di Minerbio contro i lavoratori che non avevano aderito ad uno sciopero indetto dal sindacato autonomo di ispirazione fascista, alcuni, nei pressi di Granarolo, costrinsero il macchinista a fermare il convoglio della tramvia da Bologna a Malalbergo su cui erano in viaggio per tornare nel capoluogo.
Scesi dalla carrozza, attaccarono un contadino, colpevole di non volersi iscrivere al suddetto sindacato, bastonandolo a sangue e dando poi fuoco al suo pagliaio. L'amministrazione comunale portò avanti la propria attività fino al 17 aprile 1922. In quest'ultima data, con il pretesto di irregolarità riscontrate da un'inchiesta prefettizia, il consiglio venne sciolto con decreto reale "per tre mesi" come fissato dalla legge. Trascorsi i tre mesi, il Prefetto di Bologna "ritenuto che le condizioni attuali dello spirito pubblico non consentono l'immediata convocazione dei comizi elettorali" decretò la continuazione della reggenza commissariale.
Dopo l'avvento al potere di Benito Mussolini, seguirono le elezioni-farsa che portarono i fascisti ad ottenere la gestione del comune e, nel 1927, l'avvento dei Podestà.
L'ex sindaco Scaramagli, per le sue idee politiche subì il carcere e per trovare lavoro dovette emigrare in Africa dove rimase dal 1936 al 1945. Durante gli anni del regime fascista,
cinque nativi di Minerbio furono deferiti, processati e condannati dal TS (Aula IV).Tra loro fu Vittorio Gombi, condannato a 5 anni di carcere nel 1939, che parteciperà alla prima azione gappista a Bologna il 4 novembre 1943 e diverrà vice comandante della 7a Brigata GAP. Otto minerbiesi subirono condanne al confino di polizia per atti d'opposizione (Confinati).
Quando in Spagna scoppiò la rivolta capeggiata dal generale Francisco Franco, quattro nativi di Minerbio parteciparono nelle file degli antifascisti internazionali in difesa di quella repubblica. Tra loro fu Adelmo Pedrini (classe 1888), dirigente sindacale della Unione Italiana del Lavoro (Spagna).