Schede
Benché a pochi chilometri da Imola e luogo privilegiato di manifestazioni promosse dalle forze socialiste fin dai tempi dell'attività pionieristica di Andrea Costa, solo nelle elezioni amministrative del settembre 1920 i socialisti, con 560 voti su 1.003 iscritti, conseguirono per la prima volta la maggioranza in comune. Ebbero 13 consiglieri ed elessero a sindaco Domenico Daghia.
Lo squadrismo fascista s'avventò anche su Dozza. Il teatro della sua prima violenza fu la frazione di Toscanella, collocata a cavallo della Via Emilia, dove aveva sede anche la stazione di Dozza, di una ferrovia secondaria che collegava Bologna ad Imola correndo lungo il bordo della antica via consolare; il giorno fu il 10 aprile 1921. Alla stazione della ferrovia il trenino del tardo pomeriggio arrivò inseguito da camions di fascisti che avevano sparato ripetutamente verso il macchinista ed il fuochista per obbligarli a fermarlo. Volevano punire un giovane socialista (Giuseppe Piancastelli, che in seguito sarà condannato dal TS nel 1928 e nel 1938, poi, nel 1939 confinato a Ventotene, da dove, morente, il 13 luglio 1940, sarà ricoverato d'urgenza a Formia) il quale alla stazione di Castel San Pietro della stessa ferrovia, aveva risposto al chiassoso agitare di gagliardetti neri da parte di un gruppo di fascisti, sventolando loro in faccia un fazzoletto rosso. Appena il convoglio fu férmo - così scrisse Ezio Zanelli, anch'egli su quel treno -"le camicie nere scesero dai camions armati di rivoltella, di bombe a mano e di pugnali. Nello stesso tempo i compagni Piancastelli, Bruno Zotti e [Luigi) Zaccherini, abbandonavano il trenino e fuggivano attraverso i campi, inseguiti dai fascisti che, paghi di avere 'tre bersagli' contro i quali sfogare la loro rabbia ed il loro odio, intensificarono la sparatoria contro i 'tre' lasciando però partire il trenino" sul quale erano numerosi giovani socialisti. Uno sparo ferì il Zotti, ma i tre riuscirono a dileguarsi. La spedizione ebbe anche un'altra parte, infatti gli stessi fascisti, sempre a Toscanella, "entrano nella sede delle organizzazioni [dei lavoratori e socialiste] devastando ogni cosa" (Fascismo, 285) e misero a soqquadro anche il negozio di un esercente socialista che fu pure bastonato. Durante gli anni del regime fascista, due dozzesi, Guido e Andrea Gualandi (classe 1908 il primo e 1911 il secondo), che emigrarono nella vicina Imola attorno al 1920, furono fieri oppositori a partire dagli inizi degli anni Trenta ed entrambi furono perseguitati ripetutamente in forza delle leggi speciali fasciste. Guido fu più volte condannato al confino di polizia (Confinato, mentre Andrea che lo sostituì nell'attività di organizzatore comunista fu condannato al carcere dal Tribunale Speciale (Aula IV). Quando in Spagna scoppiò la rivolta capeggiata dal generale Francisco Franco, due nativi di Dozza, Alfredo Drei e Edmondo Patuelli, parteciparono nelle file degli antifascisti internazionali in difesa di quella repubblica (Spagna).
Fonte: L. Arbizzani, Antifascismo e lotta di Liberazione nel Bolognese, Comune per Comune, Bologna, ANPI, 1998