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Convento di San Domenico - Musei civici

Di rilevanza storica

Schede

La chiesa fa parte del complesso conventuale omonimo, ora Museo di San Domenico di Imola, e si affaccia con l'abside sui giardini pubblici "Rambaldi". La storia del sacro edificio è strettamente legata a quella dell'ordine dei Domenicani, che nel 1280 diedero inizio alla costruzione della chiesa e successivamente dell'annesso convento. Compiuta in stile gotico nel 1374, rimase inalterata fino ai grandi lavori del Seicento e del Settecento. Unici elementi originali sono: il bellissimo portale di Iacopo da Cereto del 1340 e lo splendido rosone della facciata. All'interno, nell'abside, è conservata la pala di Ludovico Carracci 'Il martirio di S. Orsola' (1600). Il coro ligneo risale alla seconda metà del Cinquecento.

Il restauro e la sua trasformazione in museo ha permesso di recuperare la spazialità originaria del convento e di individuare le originarie destinazioni d’uso come il capitolo, i dormitori, la cucina,i granai, le celle, offrendo ai visitatori un percorso alla scoperta del monumento e della sua storia attraverso le emergenze artistiche e architettoniche recuperate. La possibilità accedere al pulpito della chiesa restituisce all’intero complesso la sua primitiva unità e regala una visione ampia e inconsueta dell’interno della chiesa di San Domenico dove si ammira un capolavoro di Ludovico Carracci. Opere ed oggetti diversi per origine, qualità, rarità raccontano insieme e fanno risaltare luoghi, artisti, avvenimenti, produzioni tipiche, gusti e stili di vita della città e del suo territorio. La visita offre una nuova lettura delle raccolte storico-artistiche e un osservatorio sulla sua produzione artistica contemporanea della città. Il museo Giuseppe Scarabelli porta il nome dello scienziato che lo fondò nel 1857 quando donò alla città il “Gabinetto di Storia Naturale” perché divenisse un luogo attivo di studio e ricerca scientifica. Il recente trasferimento nel Museo di San Domenico ha permesso di realizzare un nuovo allestimento rispettoso dell’eredità di Scarabelli e aggiornato su modalità espositive e comunicative contemporanee. 

In collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Musei Civici Imola.