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Chiesa di San Giacomo Maggiore del Carmine di Imola

Di rilevanza storica

Schede

Affacciato sulla via Emilia, la chiesa ed il convento attiguo sono legati alla storia dell'ordine carmelitano di Imola. All'originario edificio trecentesco vennero apportate importanti modifiche nel 1720 su progetto di Domenico Trifogli che lo portarono all'elegante aspetto di gusto classico che oggi si ammira. Venne inglobato l'antico portico di facciata. All'interno il coro e l’altare maggiore del XVIII secolo sono ornati da intagli di Fausto Zamboni. Nel refettorio si ammirano cinque tempere con storie dell'ordine carmelitano dipinte tra 1790 e 1792 da Alessandro Dalla Nave ed Angelo Gottarelli. Nel complesso è ospitata una collezione di marionette e burattini, dono di Pier Ferdinando Mondini, arricchita da teatrini italiani e stranieri dell'800 e '900. 

A questo luogo è legata anche una pagina della storia della Resitenza durante la Seconda guerra mondiale. Questa chiesa, della quale era parroco don Giulio Minardi, subito dopo l’8 settembre 1943 divenne il rifugio di molti militari sbandati. Con il passare del tempo don Minardi ospitò profughi, militari alleati già prigionieri di guerra, disertori polacchi e russi arruolati forzatamente dai tedeschi, ebrei, partigiani e dirigenti politici ricercati dai fascisti. Queste vittime della guerra erano ospitate nella canonica e nel vicino istituto di Santa Caterina, del quale don Minardi era direttore, dove risedevano i seminaristi e 160 orfani. Nel periodo di maggiore affluenza la chiesa ospitò circa 350 persone. Per sfamare tante bocche il sacerdote diede fondo alle risorse del fondo agricolo “Casa nuova” di proprietà della parrocchia. Il 14 aprile 1945 nella chiesa si tenne una riunione nel corso della quale il presidente del CLN Ezio Serantoni, Natale Tampieri comandante della brigata SAP Imola e Dante Pelliconi del distretto imolese della 7a brigata GAP decisero l’insurrezione di Imola. Don Minardi ha avuto due alti riconoscimenti: lo Stato gli ha assegnato un’onorificenza al merito della Repubblica e l’Amministrazione provinciale una medaglia d’oro come filantropo e patriota.