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Begatto

via Begatto

Strada

Schede

Da Strada Maggiore a via San Vitale.
Prima documentazione dell'odonimo: 1250 (Androna Bigati)

Odonimo antichissimo, documentato abbondantemente nel XIII secolo come Androna Bigati, Androna de Bigato e anche Androna Biganti.
Più tardi, dal XVI secolo in poi, troviamo per questa via le varianti Bigatto, Bigato, Bigado, Begato, Begado.
Va detto il tratto di questa via da via Bolognetti (già Androna di San Tommaso della Braina) a via San Vitale fino al XVIII secolo veniva chiamato anche Via di San Tommaso o semplicemente Braina.
La riforma napoleonica del 1801 consacrò l’odonimo Begatto che è arrivato intatto fino ad oggi.
Prima di fare qualsiasi ipotesi sull'origine del nome, è opportuno fare chiarezza sulla "t": semplice o doppia ? Innanzi tutto, una curiosità: il Catasto Gregoriano del 1835 riporta Via del Begato per il tratto da Strada Maggiore fino a via Armando Quadri (già Via Cantarana), e Via del Begatto per il rimanente tratto. Evidente errore che però riflette l'incertezza sul numero di "t").
E’ probabile che la doppia "t" di Begatto nasca dal tentativo di validare la spiegazione più comune (che risale alla fine del XVI secolo, pubblicata in un’operetta di cui autore è Giovanni Zanti) per l'odonimo. Scrisse infatti lo Zanti che questa via è detta così perché a guisa di bigatto si va storcendo, quando caminano, facendo riferimento all'andamento contorto della via stessa.
Questa spiegazione appare immediatamente problematica se si considera che in lingua bolognese ancor oggi la pronuncia di questo odonimo è Bégad, e non Bigàtt (che sarebbe la pronuncia corretta se la parola italiana fosse bigatto) nè tantomeno Begàtt. Quindi, pare di potere concludere che la doppia "t" e la pronuncia piana siano il risultato di una forzatura di chi ha voluto credere all'ipotesi del bigatto per spiegare l'origine di questo odonimo.
Non solo la pronuncia sdrucciola è prova che non c'è relazione tra la nostra via ed il bigatto, ma tale prova viene ulteriormente rafforzata anche dalla "e" talvolta inserita al secondo posto e presente nella pronuncia in lingua bolognese: bégad.
Stabilito che non è il bigatto a dare il nome alla nostra via, si elencano altre ipotesi che sono state fatte fino ad ora.
Una ipotesi è che Bigato (nelle sue varianti) sia il nome o il soprannome di qualcuno che abitando in questa via, ne diede il nome.
Altra ipotesi (dovuta a Mario Fanti) è che vi sia relazione tra questa via ed alberi detti bagatti o bagolari, o comunque piante da bacca (baga), parola da cui deriva bagattella.
L'ipotesi che mette in relazione la via Begatto con le bacche non è da sottovalutare.
La bacca ha il significato intuitivo di cosa di poco valore ed i suoi derivati nel parlare comune sono bagattella (cosa di poco conto) ma anche bagattino che era una moneta veneta di valore minimo: meno valore di quella, non c'erano altre monete. Probabilmente anche il bagaràn bolognese (nome popolare dato al mezzo bolognino) deriva da bacca. A Bologna c'era un gioco dei tarocchi giocato con un mazzo ridotto di 62 carte, dette Tarocchini o carte lunghe. Ventidue di queste carte sono i trionfi (chiamati arcani maggiori dagli amanti dell'esoterismo). Fatta eccezione per il trionfo numero 0, il matto, che era carta speciale che non può prendere nè può essere preso, per cui chi l'aveva al momento opportuno lo faceva vedere e subito lo girava coperto tra le proprie prese, perché, appunto, non poteva prendere né poteva essere preso (da cui il detto popolare bolognese coprire il matto), il trionfo con valore più basso (che era facilmente preso dagli altri trionfi) era il numero 1 detto in italiano il bagatto, in bolognese al bégad! Perché bagatto ? perché è il trionfo che vale meno di tutti. Bagatto è sinonimo di uomo da poco, uomo che non vale nulla. Curiosamente, i pochi che giocano ancora con le carte lunghe italianizzano al bégad con bégado.
Ipotizzare una relazione tra la nostra via ed i tarocchi è insostenibile. I tarocchi sono nati probabilmente non prima del XV secolo, mentre la nostra via aveva questo nome già due secoli prima.
Che però ci sia un denominatore comune tra Via Begatto ed il Bagatto dei tarocchi è probabile. Che si tratti proprio della Celtis Australis, come disse il Fanti, forse non è certo, ma che la presenza di bacche (non commestibili, di poco conto) in questa zona abbia dato il nome alla via (così come ha dato il nome al trionfo di valore minore) è abbastanza probabile: questa zona era al di fuori della seconda cerchia di mura, quindi, quando nacque l'odonimo, quest'area era scarsamente urbanizzata e con parecchia vegetazione.
Sarebbe uno dei tanti casi di vie tra la seconda e la terza cerchia di mura il cui nome ha origine da specie di piante che vi crescevano. Vedi i casi di Frassinago, Nosadella, Pratello (=Peratello), Belmeloro, per non parlare dei tanti Vignacci o Vinazzi.

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