Schede
Via delle Banzole andava da via Giacomo Venezian a via IV Novembre.
Scomparve con la creazione di piazza Franklin Delano Roosvelt avvenuta con la demolizione di un interno isolato effettuata tra il 1933 ed il 1935.
L’imbocco di questa piccola via era esattamente di fronte al centrale dei tre torrioni sul lato occidentale del Palazzo Comunale. Tale via, dopo circa 65 metri, girava a sud, costeggiando il Palazzo dall'Armi Marescalchi e finendo in un piccolo piazzale di fronte al Palazzo Caprara, piazzale che non ebbe un suo nome ufficiale fino al 1878, quando, nell’ambito della riforma toponomastica iniziata nel 1873 e conclusa quell’anno, venne considerato via e chiamato via de’ Caprara.
In questa via era la chiesa parrocchiale di Sant'Antonino, antichissima, documentata già nel XII secolo.
Nel XVI secolo questa via veniva descritta come Peladuro di Porta Nova.
La specificazione di Porta Nova era necessaria per distinguerlo dall'altro Peladuro nel Mercato di Mezzo (si veda la scheda sulla Galleria Acquaderni). Il peladuro (pladùr in lingua bolognese), o pellatoio, era un luogo dove i maiali venivano macellati.
In seguito, tra XVII e XVIII secolo la via prese il nome di Borgo delle Banzole o via di Sant'Antonio o Antonino delle Banzole.
La riforma toponomastica napoleonica confermò a questa via il nome di Borgo delle Banzole, poi cambiato in via delle Banzole con la riforma toponomastica del 1873-78.
Banzola in lingua bolognese significa panchetto, sgabello. Si può ipotizzare la presenza in questa via di falegnami che costruivano banzole. Effettivamente, a sostegno di questa ipotesi, a metà del XIX secolo, nel Borgo delle Banzole vi era la presenza documentata di alcune botteghe di falegnami.