Schede
Superato con successo l’esame di ammissione al Collegio Artistico Venturoli di Bologna, il giovane e promettente artista poteva ufficialmente fare ingresso all’interno dell'istituto, portando con sé solo una dote base di biancheria. Da quel momento infatti l’istituto si sarebbe occupato di ogni sua necessità, facendosi completamente carico del vitto, dell’alloggio, della formazione artistica e dei vari insegnamenti. Ad ogni neo alunno veniva subito fornito un completo corredo di vestiario ed una divisa, assegnata una delle camere affacciate sul portico interno dell’edificio, dove avrebbe studiato e dormito, ed un posto nelle sale studio. Infine gli veniva illustrato il regolamento interno del Collegio, che stabiliva gli orari delle lezioni e delle varie attività giornaliere. Ai primi di novembre cominciava così, per 6-8 giovani dell’età di 12 anni, un periodo di studio che li avrebbe impegnati per otto anni.
Ogni mattina la sveglia suonava tra le 5 e le 7, a seconda della stagione. Dopo la messa e la colazione, iniziavano le ore di studio vero e proprio, che avrebbero occupato circa un terzo (otto ore) dell’intera giornata. L’insegnamento prevedeva non solo discipline artistiche (disegno, pittura, scultura, architettura) ma anche materie scientifiche - come chimica, fisica, astronomia, geografia, algebra, geometria - ed umanistiche, fra cui lingua e letteratura latina, composizione italiana, storia della letteratura italiana, storia artistica e storia politica, solo per citarne alcune. Ulteriori materie di studio erano le lingue, come francese, greco, tedesco, e non mancavano persino le attività sportive, da svolgersi nella palestra di ginnastica. A differenza di quanto avveniva nella vicina Accademia di Belle Arti, dove si impartiva una formazione di tipo prettamente artistico, agli studenti del Collegio veniva pertanto garantita un’istruzione “a tutto tondo” e di alto livello, caso davvero eccezionale per quei tempi. Il che deve aver non poco contribuito ad accrescere in loro - o quanto meno in alcuni di loro - quella maturità, quella capacità di introspezione e riflessione, unite ad un forte senso critico nei confronti delle arti del loro tempo, che emergono forti dalle pagine dei Diari del Segretario, i resoconti che, a turni di un mese, ogni alunno redigeva annotando i fatti salienti della giornata, le attività svolte, le visite ricevute e così via. Le lezioni in materie artistiche avvenivano sia all’interno del Collegio che alla vicina Accademia.
Chiamati ad insegnare erano i migliori artisti bolognesi, a riprova del prestigio di cui godeva l’istituto e dello stretto legame con la città; fra di essi, gli scultori Giacomo De Maria ed Enrico Barberi e i pittori Pietro Fancelli, Alessandro Guardassoni, Alfredo Tartarini, Achille Casanova (che fu anche Amministratore del Collegio); fra i docenti figuravano anche ex allievi, come il pittore Luigi Serra e l’ingegnere ed architetto Tito Azzolini. A sostegno degli studi era un ricco ed eterogeneo patrimonio librario conservato nella biblioteca del Collegio, dotata anche di volumi altamente specializzati, che fornivano agli allievi spunti ed idee per le loro esercitazioni, e soprattutto consentivano loro di ambientarle con maggior correttezza. In tal senso particolarmente utili e stimolanti dovevano rivelarsi Le Costume Historique di Racinet, una vera e propria enciclopedia sulla storia del costume e dell’abbigliamento di tutto il mondo, e i 5 volumi di stampe a colori con i principali ornamenti dei tessuti, opera di Fischbach. Le esercitazioni nelle varie tecniche artistiche avvenivano in primo luogo attraverso lo studio dal vero. Per l’anatomia umana, erano a disposizione degli allievi vari modelli in carne ed ossa, ma anche un manichino in legno del Settecento, snodabile, che poteva essere atteggiato e vestito in vario modo, a seconda della scena da rappresentare, e fungere sia da personaggio maschile che femminile. Anche i vari Rettori ed Amministratori del Collegio potevano diventare dei “modelli” per lo studio e l’esercitazione sulla figura.
Tra le opere degli alunni, molti sono i loro ritratti, spesso eseguiti come saggi di fine alunnato. Per lo studio dal vero degli elementi della natura gli alunni avevano a disposizione un erbario, con diverse varietà di fiori essiccati (viole, primule, tulipani, narcisi, iris), per la gran parte raccolti dagli stessi allievi in occasione delle frequenti gite fuori porta, insieme a rocce, fossili e minerali, procurati alla stessa maniera. Durante le passeggiate in campagna o sulle colline gli alunni si esercitavano inoltre a riprodurre “dal vivo” piante, animali ed insetti, e più in generale ambientazioni agresti, e ad osservare e riprodurre il cielo o particolari momenti della giornata, come l’alba e il tramonto. Le passeggiate, che potevano a volte impegnare l’intera giornata, in particolare il giovedì, rappresentavano dunque un momento di svago, ma soprattutto un’occasione per approfondire gli studi, non solo della natura ma anche dell’architettura, attraverso l’osservazione diretta di chiese e monumenti. Frequenti ad esempio le visite in Certosa, dove gli alunni dimostrano di apprezzare in particolare le opere dei loro insegnanti Enrico Barberi e Alfredo Tartarini, e quelle di Salvino Salvini e Vincenzo Vela. Le passeggiate d’istruzione potevano infine comprendere anche visite ai musei, come la Pinacoteca ed il Museo Civico (oggi Museo Civico Archeologico), o alle mostre, come quelle organizzate dall’Associazione Francesco Francia presso il Palazzo del Podestà. E forse anche come omaggio all’uomo che aveva reso possibile la nascita del Collegio, gli allievi erano condotti in visita anche agli edifici progettati proprio dal Venturoli, come l’Oratorio di Santa Maria Labarum Coeli. Le passeggiate, accuratamente descritte all’interno dei Diari, ci forniscono inoltre uno spaccato della vita quotidiana e di alcuni avvenimenti storici di quegli anni, visti attraverso gli occhi di adolescenti certamente curiosi, spesso meravigliati.
Tra gli spaccati della storia cittadina che emergono dalle pagine vi sono ad esempio i lavori nella Chiesa di San Francesco ad opera di Alfonso Rubbiani (che fu anche Amministratore del Collegio) o la visita dei Reali Umberto I e Margherita di Savoia per l’inaugurazione della scalinata del Pincio. Per lo studio delle ambientazioni, anche l’osservazione diretta della sede del Collegio, con il suo cortile porticato abbellito da piante e i suoi locali interni, poteva costituire un’occasione per esercitarsi, senza contare l’intera collezione di marmi lasciata in eredità al Collegio dal Venturoli. Quando mancavano quelli dal vero, erano le fotografie - di statue, quadri e monumenti, anche antichi - a fornire dei modelli per le esercitazioni, cui si aggiungevano i numerosi gessi raffiguranti parti di ornato o di figura. Le lezioni in materie scientifiche, come in quelle artistiche, potevano avvenire sia direttamente in Collegio che in altre scuole tecniche della città, pubbliche e private. A coadiuvarne l’insegnamento all’interno dell’istituto erano una sfera armillare ed altre strumentazioni, insieme a minerali, rocce e fossili di cui si è detto, e a uccelli impagliati ed altro materiale, che andarono a costituire nel 1872 un vero e proprio Gabinetto Scientifico.
Alle quattro ore circa di lezioni antimeridiane seguiva, intorno alle 13, il pranzo. La dieta degli alunni era piuttosto ricca e varia, come si desume dalle Spese di cucina oggi conservate nell’archivio del Collegio, che comprendono ogni genere di cibo, dal pane alla pasta al riso, dalle uova alla carne e al pesce, dalle verdure alla frutta, in alcuni casi coltivate all’interno dell’istituto. Più ricchi i menù delle feste, ed in particolare nella giornata dell’otto dicembre, festa dell’Immacolata, protettrice del Collegio. Al pranzo seguiva la ricreazione, con giochi e attività, anche all’aperto, poi riprendevano le lezioni per altre quattro ore circa. La giornata si concludeva con il rosario e la cena intorno alle 21. Alle 22 finalmente il riposo, fatta eccezione per quelle serate in cui era prevista la partecipazione ad un evento mondano, come rappresentazioni teatrali, spettacoli musicali o circensi, corse con i velocipedi. Frequenti ad esempio le serate, in genere di domenica, presso il teatro privato di Don Ludovico Neri.
Al termine di ogni giornata veniva assegnato a ciascun alunno un voto sulla condotta tenuta nel Collegio, voto espresso con un valore dallo zero al cinque. La valutazione poteva essere accompagnata dalla notazione “punito” o da aggettivi che definivano il comportamento della giornata, quali “empio”, “insolente”, “arrogante”, nel caso di temperamenti particolarmente turbolenti. Le giornate erano scandite dalle frequenti visite sia di personaggi eminenti del mondo culturale e religioso cittadino, che soprattutto degli Amministratori, degli insegnanti e degli ex alunni del Collegio che nel frattempo erano divenuti famosi, a riprova di come l’istituto fosse davvero una grande famiglia, come era nelle intenzioni testamentarie di Angelo Venturoli. Le visite degli ex allievi erano incoraggiate dagli stessi Amministratori dell’istituto, che con il loro esempio intendevano spronare gli studenti ad impegnarsi costantemente nello studio. Tutte le attività, e l’intera vita all’interno dell’istituto, erano regolate e vigilate dal Rettore, che dirigeva il Collegio in ogni suo aspetto, e dagli Amministratori, che dovevano appartenere ad una distinta famiglia, che nutrisse interessi nelle arti. Si trattava spesso di membri di quell’aristocrazia illuminata bolognese che non faceva mancare al Collegio il proprio sostegno economico, attraverso donazioni o l’istituzione di premi e borse di studio per gli studenti. Fra questi il Premio Angiolini, che veniva concesso ai più meritevoli al termine dell’alunnato, consentendo loro di mantenersi e proseguire gli studi per altri quattro anni, presso altre città italiane.
Fra gli Amministratori che si sono succeduti negli anni, oltre a quelli già nominati ricordiamo esponenti delle famiglie Amorini Bolognini, Salina, Pizzardi, Malvezzi.
Melissa La Maida
Testo tratto dal catalogo della mostra "Angelo Venturoli - Una eredità lunga 190 anni", Medicina, 19 aprile - 14 giugno 2015.