Schede
Il 24 ottobre iniziava sul monte Grappa una forte azione dimostrativa: gli italiani avevano come obiettivo il monte Pertica ed il Prassolan, raggiunti e perduti diverse volte: solo in quella giornata morirono circa 3000 soldati.
Il 25 ed il 26 ottobre riprendeva la battaglia sul Grappa, mentre la piena del Piave impediva alla nostra 3a armata di attraversarlo. Ad ogni azione italiana corrispondeva una decisa contro azione austriaca, ogni tentativo di sfondare era destinato al fallimento. All'alba del 27 ottobre gli austriaci rioccupavano il monte Pertica, ma a causa della nebbia fittissima erano investiti dal tiro della propria artiglieria e poi da quella italiana, tanto da essere costretti al ritiro. Finalmente il 28 mattina alcuni ponti gettati sul Piave permettevano alle truppe della 3a armata di superarlo e di entrare in battaglia; tra loro vi erano inglesi e francesi. La situazione volgeva sempre più a favore dell’esercito italiano; lentamente si allargava la breccia nelle linee austriache che, per tentare di richiuderla, arretravano le truppe; il 29 il generale Boroeviç telegrafava al suo Comando Supremo che, dopo cinque giorni di battaglia e senza che lo sforzo italiano accennasse a diminuire, la capacità di resistenza delle truppe era seriamente compromessa. In realtà nell'esercito austriaco dilagava il rifiuto di continuare la guerra, e diserzioni e ammutinamenti erano sempre più numerosi. Il 30 ottobre le armate partite dal Piave erano alle porte di Vittorio Veneto, mentre gli austriaci in ritirata opponevano ancora qualche resistenza. Il 31 iniziava il ripiegamento delle truppe imperiali sul Grappa; resistevano solo quelle sulle Alpi.
Il 1° novembre l'esercito italiano iniziava l'inseguimento del nemico lungo la valle del Piave, verso Longarone; a sera il generale Boroeviç chiedeva ancora al suo Comando se l'esercito doveva continuare combattere contro l'Italia. Il 2 novembre, le armate italiane del Trentino passavano all'attacco e gli austriaci in rotta iniziavano il ripiegamento verso la Val Pusteria. Il 3 novembre ad Abano, a villa Giusti, alle 15, era firmato l'armistizio tra l'Italia e l'Austria-Ungheria.
Il 4 novembre 1918 per l’Italia terminava la Grande Guerra. "La guerra contro l'Austria-Ungheria, che sotto l'alta guida di sua Maestà il Re - Duce Supremo - l'esercito Italiano, inferiore per numero e per mezzi, iniziò il 24 maggio 1915 e con fede incrollabile e tenace valore condusse ininterrotta ed asprissima per quarantun mesi, è vinta..." (Armando Diaz, Proclama della Vittoria).
Paolo Antolini