Schede
Quella che è conosciuta come "battaglia di arresto", nella quale il Monte Grappa assunse il ruolo di perno dello schieramento difensivo italiano, si articolò dal 14 novembre al 21 dicembre 1917. Il Monte Grappa venne attaccato da Ovest e da Est, per poi estendere in modo graduale il fronte del combattimento fino a coinvolgere tutte quelle cime e quei costoni la cui linea di spartiacque fa capo a Cima Grappa. Tra queste Col della Berretta, Monte Pertica, Monte Solarolo.
L'Esercito italiano riuscì a respingere tali attacchi, che si svolsero tra il 16 e il 20 novembre, pur essendo le forze austro-tedesche impiegate in un numero sempre crescente. La conclusione della prima fase della battaglia di arresto si ebbe il 26 novembre, quando le forze austro-tedesche vennero definitivamente respinte da Col della Berretta.
Indubbiamente il successo della prima fase della battaglia contribuì nel risollevare il morale delle truppe, in ciò aiutate dalla presenza dei Corpi d'Armata francese e britannico, che si schierarono dal Monfenera a Nervesa. Contemporaneamente alla riorganizzazione del fronte italiano anche le armate austro-tedesche riordinarono le proprie truppe, riprendendo l'11 dicembre gli attacchi verso Col della Berretta, Col dell'Orso, Monte Spinoncia, Col Caprile, Monte Asolone. In tale fase, con la conquista del Valderoa e del Monte Asolone, l'esercito austro-tedesco aveva raggiunto la possibilità di irrompere verso la pianura bassanese, ma vista la forte resistenza opposta dall'Esercito italiano, il 21 dicembre interruppe ogni altro tentativo di proseguire la propria offensiva.
A quella data, la “battaglia d'arresto” poteva dirsi conclusa. La cima del Monte Asolone passò più volte di mano nel corso di attacchi e contrattacchi finché la situazione si stabilizzò con le posizioni italiane abbarbicate a ridosso della cima del monte.
Ritornò in possesso degli italiani il 30 ottobre 1918 nel preludio alla Battaglia di Vittorio Veneto.
Sanzio Campanini