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MIA | Musei Inclusivi e Aperti

2020 | 2022

Schede

Il progetto Mia e le sue attività, inclusive e aperte.MIA - Musei Inclusivi e Aperti è un progetto dell’Istituzione Bologna Musei realizzato in collaborazione con RTI Senza Titolo, Aster e Tecnoscienza della durata di due anni. Per il progetto sono stati selezionati e formati 18 mediatori culturali, successivamente assegnati alle diverse aree dell’Istituzione. I mediatori di MIA operano per coinvolgere nuovi pubblici nella fruizione dei musei; grazie alle strategie educative adottate, i cittadini, di qualunque età e provenienza, sono invitati ad interagire con i luoghi che per loro natura promuovono la cultura. Per poter raggiungere questo complesso obiettivo i mediatori di MIA collaborano con i servizi territoriali e le realtà associative che operano nei quartieri della città, intessendo una rete che si espande per tutto il territorio. Affinché il pubblico possa davvero percepire il museo come luogo familiare, il patrimonio museale viene riportato su un piano più quotidiano: oggetti, opere e monumenti non rimangono distanti ma diventano pretesti per riflettere sul vissuto del pubblico. A che cosa possono servirci oggi una statua ottocentesca, un reperto etrusco, o un’opera del Trecento bolognese? A riflettere su tematiche ampie e universali come l’identità, la memoria, il fallimento, la sperimentazione, e molto altro. Tematiche vicine ad ognuno di noi. I percorsi condotti dai mediatori MIA si compongono sempre di due momenti: una parte più narrativa, utile per arricchire le competenze conoscitive del pubblico, e una parte laboratoriale, per consolidare le informazioni apprese, lavorando anche sulle abilità pratiche. Inoltre i percorsi del progetto MIA attraversano diversi patrimoni museali intrecciandoli insieme e creando dialoghi e connessioni a volte inaspettati. La direzione del percorso è sempre indicata da una tematica suggerita da alcune parole chiave, indicate dai direttori e curatori dei musei dell'Istituzione. Parole che possono raccontare bene l’identità di ogni realtà museale, la sua storia e il suo patrimonio.

Le parole scelte per raccontare il patrimonio del Cimitero Monumentale della Certosa sono memoria, itinerario e forme. I prcorsi educativi sperimentati:

MEMORIA | Il tema della memoria viene ampiamente indagato all’interno del percorso Partecipa-mente, che prevede l’intreccio dei patrimoni dell’Area Storia e Memoria e dell’Area Arte Moderna e Contemporanea dell’Istituzione Bologna Musei. Questo percorso è pensato per gruppi di ragazzi preadolescenti. Si parte da una riflessione sulla piccola memoria, quella personale, legata agli eventi quotidiani e ai ricordi di ciascuno di noi, quella memoria che può essere raccontata attraverso gli oggetti che ci appartengono. Presso il Cimitero Monumentale della Certosa troviamo molti monumenti dedicati ad individui che sono ritratti accompagnati da un oggetto personale, un elemento simbolico capace di raccontare qualcosa del personaggio: spartiti, tavolozze, incudini.. Oggi invece i ragazzi quali oggetti sceglierebbero per raccontare una propria passione, un sogno, un ricordo? Le opere offrono sempre un punto di partenza prezioso per raccontarsi e creare una narrazione collettiva. Ad ogni incontro i ragazzi apprendono, oltre ai concetti legati agli oggetti del museo, anche una serie di tecniche artistiche; nella giornata dedicata alla memoria personale si impara ad ingrandire un disegno avvalendosi del metodo della griglia - quello usato anche dagli artisti muralisti - per creare grandi manifesti capaci di raccontare qualcosa di noi. Proseguendo gli incontri si passa alla Grande Memoria, quella collettiva, che viene analizzata a partire da un confronto tra simboli: il tricolore italiano, conservato presso il Museo Civico del Risorgimento e le bandiere che svettano nell’opera di Renato Guttuso, I funerali di Togliatti, esposto al Mambo. Nella fase di rielaborazione pratica si lavora sull’espressione del gesto e del colore per dare vita a personali bandiere capaci di raccontare i legami del gruppo. Infine, si indaga la memoria che rimane nei luoghi dopo il nostro passaggio. Che cosa resta? Come si abita un luogo? Che legami si stringono con gli spazi? Partiamo dalle parole incise sulla pietra nella targa affissa sulla parete della Chiesa di San Girolamo, parole che testimoniano il passaggio dello scrittore Charles Dickens in Certosa; passiamo poi ad un’opera contemporanea del MAMbo, Moquette di Alberto Garutti, un’opera che parla di uno spazio abitato e vissuto: l’atelier dell’artista, uno spazio occupato dagli oggetti che nell’opera diventano vuoti, assenze. Nei percorsi MIA si salta sempre da un linguaggio antico ad uno contemporaneo! Per rielaborare i contenuti i ragazzi sono invitati a mappare lo spazio che condividono con il resto del gruppo fotografandolo e misurandolo con il proprio corpo. Si riflette insieme sullo spazio occupato da ognuno. Alla fine, collegando ogni traccia individuale con un filo rosso, i ragazzi creano una rete che rende visibili i loro legami.

ITINERARIO | La parola itinerario è stata il punto di partenza per diverse attività intermuseali, anche queste pensate per gruppi di ragazzi preadolescenti. Per il percorso Tocca cambia’ via il patrimonio di riferimento proviene dall’Area Storia e Memoria, l'Area Arte Moderna e Contemporanea, e dall’Area Arte Antica. Ci riallacciamo ad uno degli obiettivi del progetto: portare il museo nel territorio, "farlo uscire dalle proprie mura" per incontrare pubblici nuovi. Infatti, l’idea alla base di questo percorso è quella di intrecciare strade e connettere monumenti, opere, e musei diversi, per realizzare un itinerario nella storia della città. Questo percorso parte dall’esplorazione della Manifattura delle Arti e del MAMbo, dove i ragazzi sono invitati ad annotare i suoni che popolano la zona, i colori degli elementi naturali o artificiali e le forme degli edifici. Dopo attente osservazioni, ognuno inizia a creare un proprio archivio di percezioni. Il percorso prosegue alla scoperta delle tracce del passato racchiuse nel patrimonio del Cimitero Monumentale della Certosa. Come è cambiato questo luogo nel tempo? Da antica necropoli etrusca, a convento certosino, a cimitero cittadino nell’Ottocento. Durante la passeggiata per i chiostri della Certosa, i ragazzi e le ragazze catturano le diverse texture delle superfici con la tecnica del frottage: bastano cere colorate e fogli di carta velina per raccogliere piccoli dettagli del luogo. L’ultima tappa prevista per questo percorso è il Museo Davia Bargellini, un contenitore di dipinti straordinari e oggetti che ci raccontano il passato della città. Attraversiamo le sale del museo alla ricerca di antichi mezzi di trasporto, mezzi che oggi non vediamo più percorrere le nostre strade. L'incontro con un'antica bicicletta e con la carrozza del museo diventa il punto di partenza per creare mezzi di locomozione immaginari attraverso la tecnica del collage. Il materiale raccolto ad ogni tappa confluisce in un diario di bordo capace di restituire tante diverse interpretazioni della città.

È sempre la parola itinerario a guidare un altro percorso firmato MIA: Errare - l’arte di cambiare strada. Anche questa volta è previsto l’intreccio tra l’Area Storia e Memoria e l’Area Arte Moderna e Contemporanea. Partiamo con l'analisi della parola "Errare", un termine che può indicare l'atto di commettere un errore, ma anche l’atto di vagare. Questo percorso è un invito a girovagare nella propria città o nel proprio quartiere per scoprire, con occhi nuovi, le sue storie e le sue strade. Proprio come dei flâneurs vaghiamo per le vie della nostra città con uno sguardo aperto e nuovo, e impariamo a perderci per scoprire cose inaspettate. Una cosa simile avviene guardando l’opera Il teorema di Pitagora di Pinot Gallizio conservata al MAMbo, che, con la sua composizione di forme libere, ci fa venire voglia di perderci al suo interno e di immaginare liberamente, senza seguire una traiettoria definita. E allora durante il laboratorio diamo vita a mappe emotive della città di Bologna, raccontando piazze, strade, parchi e vie attraverso la visione personale dei partecipanti. Il Cimitero Monumentale della Certosa è la nostra seconda tappa, ed è di per sé un luogo in cui è facile perdersi, con i suoi corridoi, le gallerie, i viali, i chiostri. Il luogo della memoria, dove scoprire da dove si viene, per immaginare dove si va. Inoltre, la Certosa ci offre anche l’occasione di riflettere sull’errore, l'altra sfumatura del termine "Errare". Le superfici dei monumenti sono infatti costellate da macchie e imperfezioni generate dallo scorrere del tempo, “errori” che impreziosiscono le statue e le pareti e che possono diventare un trampolino per la fantasia: fotografando questi difetti del tempo iniziamo a immaginare nuove forme, per poi dare vita a personali visioni e paesaggi, usando la nostra fantasia.

FORME | La parola “Forme” è stata il punto di partenza per un percorso dal titolo Spazio Manifesto, un ciclo di laboratori pensato per ragazzi che, attraverso le attività proposte, si riappropriano dello spazio urbano del proprio quartiere. Quante forme sono presenti nello spazio della Certosa, un luogo ricco di immagini, simboli e parole che insieme raccontano storie e identità personali. Sono i tanti simboli che costellano i monumenti a fornirci lo spunto iniziale per il nostro percorso. Mettendo questo patrimonio storico in relazione con il lavoro di molti artisti contemporanei, ci esercitiamo insieme ai partecipanti, nel creare un simbolo personale che possa raccontare qualcosa di se stessi e del proprio quartiere. All’interno della nostra “officina delle forme” prendono vita manifesti che contengono i messaggi che i ragazzi desiderano diffondere nel territorio. Infine, grazie ad un’installazione itinerante, i manifesti prodotti vengono portati in strada. Attraverso linguaggi creativi, i cittadine e le cittadini possono fare sentire la propria voce e costruire un dialogo aperto con la comunità. Portare l'arte fuori dal museo significa questo: trasformarla in un'ispirazione e renderla un'occasione di discussione, dibattito e incontro.

101 cose da sapere sulla Certosa di Bologna | In concomitanza con l’avvio della rassegna 2023 della Certosa di Bologna, il Museo civico del Risorgimento con Minerva Edizioni ha proposto nelle librerie il volume 101 cose da sapere sulla Certosa di Bologna, a cura di Roberto Martorelli, con testi di Vittorio Cazzola, Roberta Grandinetti, Roberto Martorelli, Martina Tedeschi. L’agile pubblicazione, proposta nel particolare formato quadrato 15 x 15 cm, si propone di avvicinare alla conoscenza del Cimitero Monumentale di Bologna soprattutto il pubblico delle nuove generazioni. La sua stessa genesi è strettamente legata a questa vocazione. Le schede pensate come pillole scritte in un linguaggio accessibile a tutti ripropongono in gran parte i contenuti pubblicati sulla pagina Instagram @certosabolognaofficialrealizzati grazie all’innovativo progetto “MIA – Musei Inclusivi e Aperti” che ha coinvolto 18 giovani ragazzi e ragazze in un percorso formativo di didattica dell’arte e di educazione museale, con l’obiettivo di realizzare progetti educativi di inclusione e attivazione sociale dedicati al patrimonio museale di Bologna.

Martina Tedeschi, Roberta Grandinetti, ottobre 2021. Aggiornamento maggio 2023.