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Con l'entrata in guerra varie aziende meccaniche bolognesi vengono dichiarate "stabilimenti ausiliari". Alcune, come la Zamboni e Troncon, specializzata in macchine per la pasta, avviano la produzione di macchine per la lavorazione di proiettili e munizioni. Le Officine Maccaferri, attive a Zola Predosa dal 1879, mutano radicalmente la loro produzione: dai gabbioni per il contenimento degli argini e dalle catenarie per la sicurezza degli edifici, ai reticolati di filo spinato e ai cavalli di frisia. Inoltre si conferma e si amplia la produzione bellica di imprese come la Calzoni, la Barbieri e la Parenti, che per la fabbricazione di bombe e proiettili impiegano soprattutto manodopera femminile.