Schede
Nel corso del primo conflitto mondiale l'estremità occidentale del fronte italo-austriaco attraversava l'imponente gruppo montuoso dell'Adamello-Presanella, un massiccio di oltre 300 kmq di superficie. Il 23 maggio 1915 il confine tra Italia ed Austria era situato tra Punta Castellaccio-mt. 3029-e la Cresta dei Monticelli-mt. 2609-, entrambe agevolmente controllate dagli alpini del battaglione Morbegno che si trovavano presso il Passo Paradiso- mt. 2685. La strategia iniziale italiana prevedeva solo lo sbarramento della Val Camonica e relative valli laterali, il Passo Paradiso fu quindi abbandonato dalla nostra 44° compagnia. Alle ore 20,55 della stessa giornata la ex posizione italiana fu occupata in forze da reparti del 2° reggimento austriaco. Il Passo Paradiso divenne un osservatorio su tutta la retrovia italiana. Accortosi del grave errore commesso, il comando del III° Corpo d'Armata già l'8 giugno dava ordini per la sua riconquista. La battaglia iniziava il giorno 9. Gli alpini del Morbegno , saliti al Passo del Maroccaro-mt. 3034-, per tentare un attacco dall'alto verso il basso al Passo del Paradiso, scorti dalle vedette avversarie, senza le tute mimetiche bianche non ancora in dotazione ai reparti alpini, vengono falciati dalle mitragliatrici austriache, lasciando sul terreno 139 uomini tra morti e feriti. A rinforzo del Morbegno sale il battaglione Edolo ed una centuria del Val Camonica. In agosto nuovi attacchi contro il Passo del Paradiso e le cime a sud del passo del Tonale, diventano italiane la Punta Castellaccio, Cima Pajer-mt. 3056-, Corno di Lago Scuro-mt. 3166-, mentre rimane agli austriaci il Passo del Paradiso. A metà settembre e fine ottobre fu tentata nuovamente la riconquista del Passo Paradiso, senza successo. Con l'arrivo dell'inverno cessavano le ostilità ed iniziava la lotta per la sopravvivenza a quelle quote proibitive. Il fronte italiano sull'Adamello andava dal Passo di Lago Scuro all'alta Val di Fumo, quello austriaco dalla Cresta dei Monticelli al Caré Alto. Tra le due linee si trovava, quale "terra di nessuno", la zona dei ghiacciai perenni.
Paolo Antolini