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Eccidio di Sabbiuno del Monte di Paderno (Bologna)

Eccidio 14 e 23 dicembre 1944

Schede

Il 5 dicembre 1944 i tedeschi e i fascisti - su indicazione d’alcune spie, che avevano militato nelle brigate partigiane - operarono due grandi rastrellamenti ad Anzola Emilia e ad Amola di Piano (San Giovanni in Persiceto).

Oltre 200 persone, ma pare addirittura di più, furono portate nelle sedi delle SS tedesche a Bologna e, dopo gli interrogatori, nel carcere di San Giovanni in Monte, dove si trovavano già centinaia di detenuti. Altri ancora si aggiunsero nei giorni successivi.
Non si conoscono le decisioni prese da tedeschi e fascisti, ma pare che le cose si siano svolte così. I partigiani la cui identità ed attività erano certi - per la delazione delle spie - furono portati a Sabbiuno di Paderno, sulla collina a sud della città, e uccisi in massa. I corpi rotolarono lungo i fianchi della collina verso il Reno. L'eccidio fu compiuto in due tempi: il 14 e il 23 dicembre 1944. Su "il Resto del Carlino" fu genericamente annunciata la fucilazione del 14 e ignorata la seconda.
Numerosi rastrellati furono deportati a Mauthausen (Austria) e a Gries (Bolzano), mentre altri ancora, donne e anziani, liberati. Il numero esatto delle vittime non è certo perché i resti di molti potrebbero essere rimasti sepolti nei calanchi, mentre alcuni partigiani dati per morti a Sabbiuno di Paderno pare siano stati uccisi a San Ruffillo e viceversa.
Nel gruppo dei caduti - in massima parte catturati nei rastrellamenti d’Anzola Emilia e San Giovanni in Persiceto - vi sono persone arrestate in altre località del Bolognese.
Da un saggio di Alberto Preti risulta che a Sabbiuno furono sicuramente trucidate 58 persone. Erano quasi tutti partigiani. Per alcuni le famiglie, dopo la guerra, non richiesero il riconoscimento.
Tra i morti vi era un ebreo (Leo Kocker) catturato a Castelfranco Emilia (MO).
Questi i caduti: Albano Alberghini, Roberto Alberghini, Gino Alberti, Augusto Baiesi, Felice Bagnoli, Goffredo Bandiera, Efrem Benati, Ernesto Bisi, Ivo Bonasoni, Nino Bonfiglioli, Valerio Bongiovanni, Francesco Bova Conti, Luigi Brenti, Emilio Bussolari, Sergio Casarini, Dino Cevenini, Albano Cocchi, Bruno Corazza, Gherardo Cotti, Mario Cotti, Aroldo Cristofori, Gaetano Dall'Olio, Dante Drusiani, Adolfo Fantini, Mario Ferrari, Renato Ferrari, Vincenzo Florini, Guido Forni, Ermes Fossi, Giancarlo Gabrielli, Umberto Galletti, Giovanni Gandolfi, Danilo Gazzani, Renato Gelati, Leo Kocker, Adolfo Magli, Alcide Manfredi, Olver Manfredi, Armando Martinelli, Giuseppe Martinelli, Rando Muratori, Dario Nadalini, Augusto Nanni, Tiziano Pedrini, Adelmo Piazzi, Emilio Rimondi, Dante Serra, Luciano Serra, Cesare Stoppazzini, Anselmo Strazzari, Vincenzo Toffano, Aldo Toselli, Dino Toselli, Pierino Turrini, Ettore Vanti, Elio Zambelli, Aldo Zanetti, Umberto Zucchini. In questo elenco non figurano Enrico Bazzani, Otello Bergonzini, Florino Manfredini e Renzo Sola i cui nomi sono stati incisi per errore nel monumento che ricorda l'eccidio. I quattro sono stati uccisi a San Ruffillo. [Nazario Sauro Onofri]

Ulteriori approfondimenti visitando il sito dedicato al Monumento che ricorda l'eccidio.