Schede
Il 23 luglio 1944 i tedeschi rispondono con un rastrellamento all’attacco subito a opera dei partigiani lungo la strada statale Porrettana nei pressi di Pioppe di Salvaro.
La notizia dell’attacco partigiano si sparge rapidamente e alcuni uomini di Pioppe, non sentendosi al sicuro, prendono la strada di Malfolle per cercare rifugio nella chiesa. Dapprima sembra che i tedeschi non stiano dando corso a ritorsioni, ma poi cominciano a stagliarsi nel cielo le colonne di fumo che salgono dalle case incendiate.
I soldati, che risalgono dalla valle del Reno, entrano in tutte le case, guidati dai fascisti, e raccolgono gente per portarla a valle. Un gruppo di prigionieri viene ammassato sotto il portico di casa Fazzolo, poco sopra la Porrettana, nei pressi di Pioppe di Salvaro; ad essi vengono uniti anche altri civili, compresi donne e bambini. I soldati frugano nella casa, portando via cibo e denaro, poi procedono alla fucilazione di undici uomini. Riescono a sfuggire all’esecuzione i fratelli Fermo e Medardo Franchi. Anche un terzo uomo, Domenico Minelli, tenta la fuga ma viene raggiunto da una raffica mortale. I corpi dei fucilati vengono bruciati e così pure la casa.
Due soldati che partecipano all’azione parlano in dialetto bolognese.
Gli altri rastrellati vengono condotti a Bologna e in seguito liberati grazie all’intervento di don Giovanni Fornasini.