Schede
Il Feldmaresciallo Kesserling prevede che la città possa essere inclusa nella zona di combattimento. In una lettera al podestà Agnoli datata 22 gennaio scrive: "Nonostante gli sforzi che io compirò per non fare senz'altro di Bologna un campo di battaglia, pur tuttavia necessità militari imposte dal nemico mi possono costringere a comportarmi diversamente". E' la fine di numerosi tentativi, fatti dal podestà, con l'appoggio della chiesa locale, di far dichiarare Bologna "città aperta" e preservarla completamente dai bombardamenti e dai combattimenti casa per casa. "Bologna città bianca" sarà riconosciuta solo di fatto dopo il gigantesco bombardamento del 13 ottobre 1944, che risparmierà l'area degli ospedali. Da allora il centro cittadino si ripopolerà, invertendo la situazione creatasi dopo la disastrosa incursione del 25 settembre 1943, quando la maggior parte degli abitanti era fuggita da quest'area.