Schede
Leandro Arpinati lascia la segreteria del Fascio bolognese.
Nell'assemblea straordinaria tenutasi il 10 ottobre al Teatro Comunale è messa pesantemente in discussione la sua gestione del movimento, sia da un punto di vista finanziario che organizzativo.
Il fascismo bolognese è oramai egemonizzato da Dino Grandi e Gino Baroncini, che, al contrario di Arpinati, sono favorevoli alla formazione di un partito fascista nazionale, affiancato da un sindacato autonomo capace di organizzare le masse operaie e di "sottrarle ai partiti sovversivi".
Arpinati riassumerà l'incarico nel febbraio del 1922 su richiesta personale di Mussolini.