Schede
Negli intendimenti del Comando Supremo Italiano, questa battaglia doveva conseguire un miglioramento della situazione nel settore degli altipiani per ridurre la pericolosità del saliente trentino, la cui minaccia alle spalle dello schieramento sul fronte giulio si era aggravata per l'arrivo di forze austriache dalla Russia, sostituite dai tedeschi provenienti dalla Francia. La minaccia era concreta: oltre 17 divisioni e numerose artiglierie avevano lasciato la fronte orientale, dirette in massima parte verso il Trentino. In pericolo era anche la progettata offensiva sull'altipiano della Bainsizza (11a Battaglia dell'Isonzo). Venne così costituita la 6a armata sulla preesistente struttura del Comando Truppe Altipiano dei Sette Comuni, con lo scopo di riconquistare il bastione del Portule, perduto nel 1916 durante la Strafexpedition, dalla sua cima alla bocchetta, per eliminare il pericolo che incombeva sulla pianura vicentina. Alla vigilia della battaglia, la 6a armata poteva contare su circa 300.000 uomini e 1.600 pezzi d'artiglieria; di fronte erano schierati circa 100.000 austro-ungarici con 400 cannoni, protetti da potenti difese passive scavate nella roccia viva, ancora oggi ben visibili. Alle 5,15 del mattino del 10 giugno iniziava la battaglia dell'Ortigara; fino al giorno 20 fu un susseguirsi di attacchi e contrattacchi, gli alpini arrivarono sino alla quota 2101, senza poter sfondare la quota 2105, cima della montagna. Il 21 gli austriaci passavano al contrattacco, il 30 giugno terminava la battaglia, senza che un solo metro di trincea fosse stato conquistato. Sul terreno rimanevano circa 30.000 italiani e 10.000 austriaci, a testimoniare della violenza dei combattimenti.
Paolo Antolini