Schede
Mentre si trova nella sede dell'Ente autonomo dei Consumi, l'ex sindaco socialista Francesco Zanardi (1873-1954), chiamato dai nazionalisti "al sindacaz", viene aggredito e sequestrato da una squadra di fascisti (tra essi anche il futuro podestà Mario Agnoli), che lo costringe a sottoscrivere dichiarazioni patriottiche e gli intima di lasciare Bologna.
L'aggressione si ripeterà il successivo 16 gennaio: i fascisti lo obbligheranno a lasciare gli uffici assieme alla moglie, con insulti e lanci di monetine.
Zanardi sarà indotto a trasferirsi a Roma nel 1922, dopo la scomparsa del figlio Libero, deceduto a seguito delle percosse subite in un agguato squadrista. La polizia fascista non mancherà a più riprese di rilevare il suo "orientamento antifascista, irriducibile, acido e insidioso".
L'Ente Autonomo dei Consumi, sua creatura, subirà il sistematico assalto dei fascisti e finirà sotto il completo controllo del ras Arpinati, attraverso il cognato Riccardo Muzzioli.