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Giacomo Zurla

[?] - documentato 1819 - 1843

Scheda

Le prime notizie riguardo allo Zurla sono fornite dai premi scolastici ottenuti durante l'alunnato all'Accademia, dove si dimostrò versatile in molte materie: si affermò nel 1819 nella scuola di Paese, meritando nello stesso anno una menzione di lode in Elementi di figura; negli stessi fu premiato nel 1820 e nel 1821, ed in Prospettiva, nel 1823. Alle esposizioni accademiche partecipò già nel 1819 con un paesaggio disegnato a matita; nel 1821 vi presentava una Maddalena copiata dal Tiarini ed un paesaggio all'acquerello tratto da Poussin ed otteneva nel 1825 il piccolo premio Curlandese con la Cleopatra. Ancora una copia, questa volta dal Garofalo, e di piccole figure di santi in adorazione intorno ad una pietà, presentò all'esposizione del 1829. Ricompare poi nel 1843, quando espose un altro soggetto sacro con il Bambino e i SS. Antonio da Padova e Abate. Lo Zurla, insieme con la pittrice contessa Barbara Amorini, è ricordato nella recensione alla mostra del 1843, dove viene notato che «ognun di loro tiene la sua via, imitando maestri del secolo scorso, cui i moderni non son molto devoti».

Daniela Ferriani

Bibliografia: Atti Acc., 1819, pp. 49 e 59; Gazzetta, 23 novembre 1820; Atti Acc., 1821, pp. 35 e 47; Atti Acc., 1823, p. 35; Gazzetta, 31 luglio 1830; La Farfalla, 6 dicembre 1843; Atti Acc., 1844, p. 53; G. Giordani, 1846, p. 14. Testo tratto da "I Concorsi Curlandesi". Bologna, Accademia di Belle Arti 1785-1870, catalogo della mostra, a cura di Renzo Grandi, Bologna, Galleria d’Arte Moderna, marzo-maggio; Museo Civico, giugno-luglio, 1980.