Vaso biansato con coperchio

Vaso biansato con coperchio

1794 - 1813

Scheda

Questo bel vaso dalle forme eleganti, che richiamano le tipologie della manifattura creata a Bologna da Carlo Filippo Aldrovandi alla fine del XVIII secolo, senza tuttavia trovare riscontro tra gli oggetti finora pubblicati, è ottenuto con la tecnica di riproduzione a tasselli.

All’interno del Collegio Artistico Venturoli è tradizionalmente attribuito a Giacomo De Maria, anche se mancano in merito riferimenti documentari precisi. Il collegamento con lo scultore neoclassico più affermato a Bologna, amico di Angelo Venturoli e collaboratore di fiducia per le decorazioni plastiche delle sue opere, collega all’Accademia Clementina e legato al Collegio da lui istituito finchè fu attivo, è molto stimolante e potrebbe essere avvalorato da alcuni elementi. Nella seconda metà del 1825 De Maria donò al Collegio alcuni gessi provenienti dal suo studio che, ripuliti e restaurati da Francesco Simoni o Simonini, vennero da questi consegnati. Per questo dono lo scultore venne ringraziato calorosamente dagli amministratori e si schermì rispondendo che si trattava di un dono “davvero da poco”. Sfortunatamente non possediamo un inventario di questi materiali che, dagli scarni riferimenti documentari, sembrerebbero comunque corrispondere più a frammenti di statue antiche o estremità (mani, piedi o teste), tutti oggetti molto utilizzati negli studi artistici e nelle accademie per la pratica del disegno dal vero. Tuttavia, in una così grande quantità di materiali non è escluso che si trovassero uno o più modelli per le terraglie della celebre manifattura bolognese, alla quale, oltre al collega Giacomo Rossi, anche Giacomo De Maria aveva collaborato.

Il vaso, restaurato per questa occasione, coronato da un coperchio circolare terminante in una ghianda, posta verticalmente su foglie di quercia, a loro volta disposte a formare una stella, poggia su una base quadrata. Attorno al piede si colloca un altro giro di foglie. Il corpo allungato e decorato da un leggero panneggio che forma quattro anse simmetriche, due sotto i manici e due sul ventre, appena al di sotto di due cammei di forma ovale. Entrambi i medaglioni contengono dei profili maschili dal vago sapore archeologizzante, uno dei quali richiama la tradizionale immagine imperiale coronata d’alloro, l’altro è purtroppo frammentario. I manici, aperti, terminano con teste di leonesse dai lunghi colli flessuosi. La leggerezza del materiale ha determinato problemi conservativi. Sono infatti evidenti alcune lacune; oltre a quella in corrispondenza del volto di uno dei profili, se ne osservano altre in più punti sulla superficie del corpo del vaso.

Antonella Mampieri

Testo tratto dal catalogo della mostra "Angelo Venturoli - Una eredità lunga 190 anni", Medicina 19 aprile - 14 giugno 2015.

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Angelo Venturoli - Una Eredità Lunga 190 Anni
Angelo Venturoli - Una Eredità Lunga 190 Anni

Video dedicato alla mostra "Angelo Venturoli - Una Eredità Lunga 190 Anni", 19 aprile - 14 giugno 2015 | Comune di Medicina, Palazzo della Comunità, Museo Civico.

Angelo Venturoli - Una Eredità Lunga 190 Anni
Angelo Venturoli - Una Eredità Lunga 190 Anni

Video dedicato alla mostra "Angelo Venturoli - Una Eredità Lunga 190 Anni", 19 aprile - 14 giugno 2015 | Comune di Medicina, Palazzo della Comunità, Museo Civico.

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