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Raffaele Triggia detto/a Amedeo

27 novembre 1903 - [?]

Scheda

Raffaele Triggia, «Amedeo», da Antonio e Giuseppina Masina; nato il 27 novembre 1903 a San Giorgio di Piano; ivi residente nel 1943. Licenza scuola media. Impiegato.
Nel 1921, diciottenne, si iscrisse alla FGSI.
Scatenatosi lo squadrismo fascista, fu testimone di episodi violenti e vili contro i socialisti fra cui il cognato Raffaele Ramponi. Subì l'avanzata del fascismo senza contrastarla.
In proposito ha testimoniato: «La mia famiglia gestiva una drogheria e per evitare ogni appiglio alla prepotenza fascista e l'ostilità del perbenismo paesano, cercarono di soffocare in me ogni gesto e ogni parola che potessero compromettere la loro posizione nella media borghesia campagnola alla quale appartenevano». Così concludendo: «La grigia cappa del conformismo scese sui miei ideali che si dispersero nell'isolamento e nella perdita di ogni collegamento con i vecchi compagni antifascisti».
Emigrò allora in Brasile, senza «combinare nulla», e poi, ritornato, andò in Francia, dove fece il cameriere finché non fu espulso per irregolarità dei documenti di lavoro.
Ritornò a San Giorgio di Piano dove, «per poter lavorare, per poter parlare, per svolgere una qualsiasi attività, dovetti rassegnarmi a subire l'oppressiva presenza fascista. Anni tristi, oscuri, soffocanti».
Dopo l'entrata dell'Italia nella seconda guerra mondiale, nel 1942, avvicinato dal compaesano Luigi Lorenzoni, aderì al PCI e riprese a svolgere attività antifascista.

Militò nel battaglione Tampellini della 2a brigata Paolo Garibaldi e operò a San Giorgio di Piano. Riconosciuto partigiano con il grado di tenente dal 9 settembre 1943 alla Liberazione. [AR]
Ha scritto: Nove morti, in "L'indicatore partigiano", Bologna, a. Ili, n. 4,1950.