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Studio di fiori - Pasquinelli Alberto

1889

Schede

Compagno di corso di Giuseppe Romagnoli, Alfonso Modonesi, Cleto Capri e Giovanni Masotti, Alberto Pasquinelli entra nel Collegio Artistico Venturoli di Bologna nel 1885 e, dal 1888, ha come maestro Alfredo Tartarini.

L’opera è legata in maniera particolare e pragmatica alla quotidianità della vita in collegio dei giovani artisti. Si tratta infatti di una copia dal vero di soggetto botanico. Ogni giorno i ragazzi, al termine delle lezioni, venivano condotti per lunghe passeggiate. Questo tipo di svago era ritenuto necessario per il corretto sviluppo e la conservazione di un buono stato di salute, ma aveva anche lo scopo di approfondire “sul campo” gli studi, contribuendo alla formazione professionale dei giovani. In genere queste passeggiate avevano come meta visite culturali a esposizioni, chiese e monumenti locali. Piuttosto frequentemente i ragazzi erano condotti anche a teatro, all’opera, all’ippodromo Zappoli o anche portati a visitare spettacoli contemporanei di grande richiamo come il Wild West Show di Bill Cody (William Frederick Cody, in arte Buffalo Bill).

Occasionalmente si usciva con lo scopo precipuo di assistere a spettacoli naturali, l’alba, il crepuscolo o le stelle. Queste uscite diventavano inevitabilmente occasione di raccolta di materiali utili all’esercizio della copia dal vero e punto di partenza per riflessioni e approfondimenti nelle materie scientifiche, necessario strumento di conoscenza per osservare il mondo con partecipazione e consapevolezza. Campioni di rocce e piante, in particolare, confluiranno poi nei preziosi campionari ancora oggi conservati presso il collegio. In occasione di queste “passeggiate” era uso prendere appunti e schizzi dal vero, soprattutto i fiori venivano poi utilizzati come soggetti per le esercitazioni nelle varie tecniche artistiche.

Come si è detto gli alunni avevano l’obbligo di tenere un diario che veniva redatto a rotazione. Il ragazzo designato era detto “segretario” e aveva l’incarico di segnare, per un mese, gli eventi degni di nota ma anche il normale scorrere delle giornate dei collegiali. Grazie a questa consuetudine è possibile oggi immaginare in maniera piuttosto precisa il tipo di formazione che i giovani ricevevano e la vita che essi conducevano.

Lo studio eseguito da Alberto Pasquinelli presenta le stesse tipologie floreali di alcuni analoghi lavori di Giuseppe Romagnoli e di Giovanni Masotti conservati nel collegio. Tutti recano come data l’aprile del 1889. Verificando il diario del segretario relativo a quel periodo, compilato da Alfonso Modonesi, apprendiamo dunque che il 17 “sul meriggio del mercoledi santo andammo in S. Pietro per ricevere la benedizione del SS.mo […] Il tempo essendosi volto al bello non mancarono nemmeno in queste vacanze pasquali le gite in campagna e in questo giorno andammo costeggiando il torrentello Ravone fino al punto in cui la via pubblica cessa per dividersi in altre di privato passaggio. La passeggiata fu bella per l’abbondanza di fiori che, sebbene di campo son tuttavia bellissimi”.

Se confrontata con la prova dei suoi compagni di studio, la composizione di Pasquinelli sembra indicare una preferenza del ragazzo per la resa delle singolarità fortuite della natura. I fiori del suo esercizio di copia dal vero tendono a rimarcare maggiormente le caratteristiche di irregolarità e le accidentali imperfezioni dei margini dei petali e dei sepali, denotando forse una particolare predisposizione verso l’osservazione puntuale del mondo circostante vicina alla sensibilità para-scientifica realista, diffusasi in Europa a partire dalla metà dell’Ottocento.

Elisa Baldini

Testo tratto dal catalogo della mostra "Angelo Venturoli - Una eredità lunga 190 anni", Medicina, 19 aprile - 14 giugno 2015.