Servizio

Servizio "alla rosa"

sec. XVIII | seconda metà

Scheda

Si tratta di un grande servizio da tavola – ancora oggi completo ed in ottimo stato conservativo – del quale in mostra è visibile solo una minima selezione dei numerosi pezzi di cui si compone. Legumiera di forma ovoidale con superficie a leggere costolature verticali, che proseguono a loro volta fin sul coperchio, due anse laterali a maniglia raccordate al corpo da volute rocaille, coperchio a doppia calotta con terminale a pomolo in forma di bocciolo. La morfologia è quella tradizionalmente nota del repertorio bolognese, uno dei modelli più raffinati e ricercati di questa produzione, impreziosita da una bordura che delinea il perimetro dell’orlo di vasca e coperchio con piccoli tralci fioriti risparmiati su fondo porpora sfumato. La decorazione principale mostra mazzi floreali naturalistici (due sulla vasca e uno sul coperchio) e numerosi tralci fioriti di minori dimensioni con corolle di fiori vari. Piatto piano, piatto fondo e vassoio pentalobati ad orlo mosso profilato in bruno, decorato al centro con un grande mazzo floreale naturalistico e impreziosito da una bordura, che delinea il perimetro dell’orlo con piccoli tralci fioriti risparmiati su fondo porpora sfumato. Il modello ornamentale impiegato è indicato “a sfumato” nell’inventario della manifattura bolognese Finck del 1796; anche se privi di marca, dunque, non si può escludere la realizzazione del servizio ad opera della manifattura di Rolandi, di cui non sono noti pezzi marcati dopo la separazione da Finck.

Carmen Ravanelli Guidotti (La Fabbrica Ferniani. Ceramiche faentine dal barocco all’eclettismo, 2009, p. 236) sulla genealogia del decoro “alla rosa” – tipologia tra le più diffuse nella manifattura Finck di Bologna e a Faenza – osserva che “attorno alla metà del Settecento molte fabbriche italiane, specie settentrionali, studiano contemporaneamente la possibilità di utilizzare una tavolozza più ampia per i loro prodotti, che sino a quel periodo si può dire stazionassero soprattutto sul blu (a gran fuoco) e sul bianco, per soddisfare l’esigenza di traferire sulla maiolica le stesse preziosità decorative (specie l’oro e il rosso porpora) della porcellana. È così che nasce la nuova tecnica a piccolo fuoco, o ‘fuoco a muffola’, detta anche a terzo fuoco perché il manufatto veniva sottoposto effettivamente per tre volte all’azione del fuoco: prima per la ‘biscottatura’ del grezzo, poi la smaltatura e infine per la decorazione policroma, a temperatura più moderata, specie per ottenere il rosso porpora soprattutto della rosa”. Il viennese Giuseppe Finck, già attivo presso la “Reale Fabbrica della Maiolica” a Parma, giunse a Bologna nel 1764 dove fondò una fabbrica assieme al veronese Antonio Rolandi. Sciolta la società, dal 1768 proseguì a lavorare in proprio e, dal 1775, in collaborazione col fratello Leopoldo, si specializzò nella tecnica del piccolo fuoco. Inedito.

Manifattura Finck o Rolandi, Bologna sec. XVIII-seconda metà, Servizio “alla rosa” composto da coppia di legumiere, piatto piano, piatto fondo, vassoio, maiolica (decorazione a pennello a piccolo fuoco in blu, rosso, verde, giallo, bruno di manganese); legumiera: cm 20 x 21 x 27 - piatto piano: diam. cm 24,3 piatto fondo: diam. cm 25,3 - vassoio: diam. cm 30,5. Collezione privata.

Marco Violi

In collaborazione con il Museo Diocesano di Imola. Testo tratto da "Convivio", catalogo della mostra a cura di Marco Violi, Imola, CLAI, 2017.

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