San Giovanni in Persiceto, (BO)

San Giovanni in Persiceto, (BO)

1860 | 1918

Scheda

San Giovanni in Persiceto è un florido comune a nord di Bologna, lungo la linea ferroviaria Verona-Bologna e collegato anche a Ferrara e Mantova. Fu comune politicamente molto vivace anche nel corso delle lotte per l'Unificazione italiana: volontari persicetani parteciparono alle guerre d'indipendenza e lo stesso comune votò l'annessione al neonato Regno nel 1860 e continuò ad essere protagonista contribuendo, oltre che con uomini, anche con finanziamenti e costruzioni di monumenti e targhe commemorative. Nel 1869 anche qui, come in tanti altri comuni italiani, si verificarono rivolte contro la tassa sul macinato, con toni particolarmente violenti: il municipio fu saccheggiato e i registri di leva e delle imposte distrutti. Per fermare i manifestanti intervenne l'esercito, che sparò sulla folla uccidendo 10 persone. La presa di Roma fu salutata con suoni e luminarie e con un messaggio di felicitazioni al Re. Negli anni a seguire a San Giovanni in Persiceto si sviluppò un notevole settore industriale, con attività che spaziavano dalla produzione di pellami a quella di mobili, dando lavoro a molti operai; questa fervida vita produttiva meritò a San Giovanni il soprannome di piccola Manchester. In parallelo vennero create anche scuole serali e domenicali, una biblioteca circolante e una società ginnastica. La Cassa di Risparmio nacque nel 1877. Dieci anni più tardi, nel 1887, a San Giovanni fu inaugurato il primo tronco della ferrovia Bologna-Verona, che collegava la città a Bologna, e nel 1888 fu aperto alla circolazione anche il tronco Persiceto-Crevalcore. Le idee socialiste arrivarono in quegli anni anche a San Giovanni. Nel 1889 fu infatti fondata una società di sostentamento tra operai, poi trasformata in società cooperativa fra braccianti e operai e, nel 1893, cominciò a operare la sezione locale del partito socialista, facendosi promotore, in particolare, della festività del Primo Maggio. Nel 1904 fu eletto il primo deputato socialista del collegio di San Giovanni in Persiceto; nel 1907 invece fu la volta della prima giunta comunale socialista, che per spirito anticlericale rinominò il comune solamente Persiceto. Arrivarono poi i terribili anni della Prima guerra mondiale: i caduti di San Giovanni in Persiceto furono 334, su una popolazione che, al censimento del 1911, contava oltre 17.300 abitanti. Negli anni a seguire il comune si prodigò per perpetrare la loro memoria, ponendo tre lapidi recanti i nomi dei caduti: una nel 1924 presso la chiesa del S.S. Crocifisso, una seconda nel 1925 presso la scuola di San Bartolo, e infine una terza, sempre nel 1925 presso la scuola di Tivoli; furono costruiti anche diversi monumenti ai caduti, uno a Decima di Persiceto nel 1925, e un secondo, nel secondo dopoguerra a San Giovanni in Persiceto. Del comune di San Giovanni in Persiceto fa oggi parte la frazione di Amola, all'epoca della Grande Guerra comune a sé stante, che ebbe un caduto. (Bibliografia: Giovanni Forni, Persiceto e San Giovanni in Persiceto, Rocca San Casciano, Cappelli, 1921; http://www.comunepersiceto.it/la-citta-e-dintorni/storia-e-statistiche-cartella/dallantichita-al-secolo-scorso/gli-ultimi-centanni).

Il Comune viene così descritto nel volume "Provincia di Bologna", collana "Geografia dell'Italia", Torino, Unione tipografico editrice, 1900: "L’attuale circoscrizione del mandamento di San Giovanni in Persiceto fu, dalla legge 30 marzo 1890, determinata colla fusione dei due mandamenti di Crevalcore e San Giovanni in Persiceto prima esistenti. Questo mandamento occupa l’estremità nord-ovest della provincia di Bologna e confina: a nord colla provincia di Modena; ad est con quella di Ferrara e col mandamento di San Giorgio di Piano; a sud, coi mandamenti di Bologna II e Bazzano; ad ovest col mandamento di Castelfranco dell’Emilia e ancora colla provincia di Modena. Il mandamento di San Giovanni in Persiceto è in perfetta e rasa pianura: lo attraversano la Samoggia e la Ghironda, discreto fiume l’uno, piccolo torrente l’altro, scendenti dalle soprastanti colline preapenniniche di Bazzano, e numerosi canali raccoglitori e colatori d’acque sorgive che giovano assai all’irrigazione dei campi. La viabilità è sufficientemente sviluppata: essendo il mandamento percorso dalla bella strada provinciale da Bologna a Crevalcore e da numerose strade comunali colleganti i varii Comuni fra di loro e con quelli dei mandamenti vicini e delle limitrofe provincie. Un tronco di ferrovia, che fa parte della costruenda linea Bologna-Verona, unisce Bologna a San Felice sul Panaro (prov. Di Modena) passando per San Giovanni in Persiceto. E’ regione essenzialmente ed intensivamente agricola e non vi hanno vita se non industrie strettamente attinenti all’agricoltura ed all’allevamento del bestiame. 

SAN GIOVANNI in PERSICETO (15.067 ab.). – Il territorio di questo Comune, capoluogo del mandamento, e dei più cospicui della provincia, si stende nella parte centrale e meridionale del mandamento stesso per una vasta estensione, censita in 11.387 ettari. Il Comune è assai frazionato, in una quantità di ville o parrocchie ed in moltissime fattorie sparse per la campagna. – San Giovanni in Persiceto (21 m. sul mare e 20 chilometri a nord-ovest da Bologna), centro del Comune, è una grossa e bella borgata d’oltre 3200 abitanti, circondata, non da mura, ma da alti terrapieni erbosi, detti in luogo terragli. Il luogo è aperto da due parti: a sud ed a nord; dall’una si vien da Bologna e dall’altra si va a Cento in provincia di Ferrara. La via principale del borgo è fiancheggiata da ben costrutti edifizi, più d’uno dei quali di aspetto signorile, con porticati e senza. Notevoli sono il palazzo del Comune, l’Ospedale, il Teatro e le varie chiese, delle quali l’arcipretale, prospicente sulla piazza grande, è vasta e di buona architettura, sono abbelliti da dipinti di parecchi tra i migliori artisti di scuola bolognese tra il secolo XVI ed il XVII, quali l’Albani, il Tiarini, il Cavedoni, il Garofalo, il Gandolfi ed altri. San Giovanni in Persiceto possiede buone scuole comunali, tanto nel centro che nelle maggiori frazioni del Comune; ha parecchie istituzioni benefiche, fra le quali primeggiano l’Ospedale di San Salvatore, l’Asilo infantile, la Casa di ricovero e varii altri lasciti elemosinieri e dotali. E’ uno dei più importanti centri di produzione agraria della provincia di Bologna ed al suo mercato convengono negozianti ed agricoltori non solo dei dintorni, ma da Bologna e dalle limitrofe provincie di Modena, Mantova e Ferrara. Nelle località o frazioni di Lorenzatico e di Tassinara si trovano due sorgenti di acque minerali ferruginose fredde, con effetti terapeutici ben determinati nelle malattie dell’apparato digerente e gangliare, onde sono raccolte ed usate da quella popolazione e vendute anche nei paesi vicini.

Il territorio, fertilissimo, è coltivato con cura estrema da quella attiva e sveglia popolazione. Produce intensivamente cereali d’ogni specie, canapa, riso, frutta – sopratutto pesche squisite e mele, di cui si fa un attivissimo commercio d’esportazione – viti, foraggi, ortaglie. L’allevamento del bestiame da stalla e da cortile, la confezione dei salumi, dei latticini, la lavorazione della canapa e la tessitura casalinga sono le industrie generalmente diffuse nel Comune. Non mancano però nel capoluogo rappresentanze di altre industrie, quali 2 piccole officine meccaniche per la riparazione e fabbricazione di macchine ed utensili agricoli; 3 fabbriche di letti e mobili in ferro; 3 fabbriche di paste da minestra; una di liquori; 2 tintorie; una tipografia; una fabbrica di mobili e due di veicoli. CENNO STORICO – Fino a tempo a noi vicini, il territorio di San Giovanni in Persiceto era in gran parte incolto e soprattutto infestato da vaste e mefitiche paludi. I primi lavori di bonifica e di coltivazione in questa plaga furono, con tutta probabilità, condotti dagli Etruschi, i quali v’importarono i frutteti, che resero in ogni tempo celebre questo luogo. Nel periodo romano fu colonia di veterani col nome di Forum Marcelli, in onore del console Claudio Marcello, che condusse a termine, con molto valore e maggior fortuna, la difficile impresa della conquista e sommessione della Gallia Cisalpina. In quella circostanza il centro della colonia venne circondato da mura, per modo da formarne un campo o castrum, a difesa del territorio conquistato. Durante il periodo romano la regione attivamente coltivata era floridissima; nei tempi della decadenza e dell’imbarbarimento inselvatichì e di nuovo abbandonati ed otturati i canali, i colatori, le acque stagnanti si estesero per il territorio. L’esempio dei Benedettini della non lontana celebre abbazia di Nonantola ridestò la sopita attività di queste popolazioni, e sin dal secolo XI i consoli di San Giovanni - che così nel periodo cristiano il luogo aveva cominciato a chiamarsi – reggentisi allora in libero Comune, avevano a spesa pubblica dato mano allo scavo di canali e ad opere di prosciugamento o di bonifica dei terreni incitando le famiglie del luogo ad intraprendere la coltivazione, ripartendone fra esse i frutti. Durante le lotte dei Comuni, San Giovanni in Persiceto, geloso dei proprii diritti, dei proprii privilegi e della propria autonomia, si trova di sovente in conflitto con Bologna, che per la legge del più forte, lavorava ad arrotondare quanto più poteva il proprio dominio all’intorno. Per forza San Giovanni dovette allearsi ai nemici di Bologna, a Modena, a Mantova, a Ferrara; onde non tardarono le vendette, poiché, colto alla sprovvista di difensori, il borgo benne per ben due volte assaltato e quasi distrutto dai Bolognesi. Per sfuggire alla dominazione di questi, quei di San Giovanni in Persiceto si diedero, nel secolo XIV, ai Malatesta di Rimini; ma neppure questa mossa portò loro fortuna. Nella seconda metà del secolo XV, consolidatasi in quel turno la signoria dei Bentivoglio sulla città, San Giovanni in Persiceto ne accettò, col riconoscimento dei suoi diritti e privilegi, la dominazione e d’allora in poi seguì sempre le sorti politiche dei Bolognesi. Nel 1838, il papa Gregorio XVI, cedendo alle istanze dei maggiorenti di quel Comune, elevò San Giovanni in Persiceto al grado di città.

UOMINI ILLUSTRI – A San Giovanni in Persiceto nacquero varii uomini illustri, dei quali è rimasto nella storia onorato ricordo. Citiamo fra gli altri: Caio Rusticellio (da Forum Marcelli), vissuto ottant’anni prima dell’era volgare, eloquentissimo grammatico e oratore, sì che Cicerone ne fa l’elogio nel suo libro De Oratore. In tempi più vicini, cioè dal secolo XIII in poi, furono nativi di San Giovanni in Persiceto varii dottori illustri dello Studio di Bologna, quali: Alberto da San Giovanni, lettore di grammatica; Francesco de’ Panierari, lettore di logica; Giacomo degli Albiroli, docente di matematica; Marco degli Albiroli, Alberto Magnani e Ruggero Ruggeri, lettori e commentatori di jus civile; il beato Gaspare da San Giovanni, vescovo, teologo ed oratore sacro; Giovanni Ferri e Marc’ Antonio Fagli, docenti in medicina." (trascrizione a cura di Lorena Barchetti)

Leggi tutto

Luoghi

Eventi

Organizzazioni

Opere

Persone

Sono nati in questo luogo

360 biografie:

A B C D E F G H I J K L M N O P Q R S T U V W X Y Z 0-9 TUTTI

Morti in questo luogo

Risiedevano in questo luogo

334 biografie:

A B C D E F G H I J K L M N O P Q R S T U V W X Y Z 0-9 TUTTI
Multimedia
1919 – 1920 | Il biennio rosso
1919 – 1920 | Il biennio rosso

Nelle campagne bolognesi lo scontro si fa violento all’incrocio tra rivendicazioni sociali e ostilità di classe. A cura del Comitato di Bologna dell'istituto per la storia del Risorgimento italiano. Con il contributo di Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna. www.vedio.bo.it

1919 – 1920 | La militarizzazione della politica
1919 – 1920 | La militarizzazione della politica

Finisce la Grande Guerra: i partiti diventano organismi paramilitari. Incomincia il biennio rosso. A cura del Comitato di Bologna dell'istituto per la storia del Risorgimento italiano. Con il contributo di Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna. www.vedio.bo.it

Documenti
Cinque inedite epigrafi di Giosue Carducci
Tipo: PDF Dimensione: 1.05 Mb

Torquato Barbieri, Cinque inedite epigrafi di Giosue Carducci. Estratto da 'Strenna storica bolognese', anno settimo, 1957. © Comitato per Bologna Storica e Artistica.

Apri mappa