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Ritratto di Vittorio Emanuele II

1861

Schede

Nella primavera del 1861 Vittorio Emanuele II venne proclamato dal Senato Re d'Italia; nell'ottobre dello stesso anno il marchese Luigi Pizzardi, eletto sindaco di Bologna nel 1860, rassegnò le dimissioni dalla carica a causa di sospetti inerenti la gestione dell'economia municipale. Vittorio Emanuele II è qui ritratto davanti alla poltrona della sala del trono del Castello sabaudo di Racconigi. Il Re è in posa solenne ed indossa la divisa da generale introdotta ufficialmente nel mese di maggio del 1860, data corrispondente al primo soggiorno bolognese del monarca, che ritornò nella città l'8 ottobre 1861. È quindi da far risalire a quell'anno la commissione del Pizzardi a Carlo Arienti. Il dipinto fu terminato prima della rinuncia di Pizzardi alla carica municipale, come testimoniano tra l'altro gli stemmi comunali felsinei della cornice. Sappiamo inoltre che il pittore eseguì il ritratto «servendosi pel volto di una fotografia». (C. Masini, 1873, p. 14), tecnica che dalla fine del quinto decennio dell'Ottocento era diventata per i pittori un tramite importante ai fini dello studio del “vero”. L'Arienti si avvale dunque del vantaggio del medium fotografico per riprodurre un modello impossibile da avere in posa, riuscendo a cogliere la sfumatura psicologica del soggetto anche grazie all'uso sapiente della luce, regolata su una cromia prevalentemente plumbea.

Claudia Collina

Olio su tela, cm 256 x 172. Sul cartiglio della cornice: «Al Municipio come ricordo del giorno che Bologna per l'Unità d'Italia si dava al Re eletto 1861 Bologna, Museo civico del Risorgimento». Donato dall'allora Sindaco Luigi Pizzardi al Municipio di Bologna nel 1861. Viene collocato nell'appartamento annesso alla Sala del Consiglio di Palazzo d'Accursio; entra al Museo Civico del Risorgimento nel 1959. Bibliografia: Bibliografia: Claudia Collina, Claudio Poppi; Collezionisti a Bologna nell’Ottocento. Vincenzo Valorani e Luigi Pizzardi, cat. della mostra, Bologna 1994