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Ritratti maschili

1892

Schede

L’opera, firmata e datata 27. 1. 92, fu realizzata dall’artista all’età di 19 anni, negli ultimi anni di formazione presso il Collegio Artistico Venturoli di Bologna. E' interessante notare come, nonostante la giovane età, Masotti sia già in grado di padroneggiare perfettamente la tecnica del disegno. Analoga considerazione vale per il lavoro di Cleto Capri rappresentante lo stesso soggetto, un giovane seduto con lo sguardo rivolto verso l’alto, datato anch’esso 27. 1. 92. I disegni furono quindi realizzati lo stesso giorno e forniscono una differente interpretazione del medesimo soggetto, desunto dall’osservazione di uno dei tanti modelli che posavano per gli studenti del collegio.

Capri riprende la figura del giovane fino al ginocchio, l’inquadratura è ampia fino a comprendere uno sfondo per quanto neutro, la testa dell’uomo guarda verso l’alto girata di tre quarti. Masotti invece sceglie un punto di vista più ravvicinato, la figura del modello si ferma al busto (si intravvede soltanto un piccolo lembo dei pantaloni ben visibili nel disegno di Capri), il volto guarda sempre verso l’alto ma viene ripreso frontalmente. Se Capri si sforza di ricercare l’armonia delle proporzioni e dell’insieme, Masotti punta alla precisione della definizione anatomica, evidente in particolare nella raffigurazione del petto, nella tensione della muscolatura e nell’affiorare delle ossa. Un lungo scritto di Cleto Capri, compagno di corso di Masotti, intitolato 'Relazione degli studi artistici fatti in questo anno scolastico' (1892), fornisce un dettagliato resoconto sul metodo di lavoro seguito dagli allievi all’interno del collegio. “Avevamo bisogno di applicarci allo studio del nudo necessarissimo agli artisti. A questo scopo pigliammo alcuni dei soliti modelli. Da parte mia feci dodici o tredici disegni di nudi, i più dei quali oltrepassano i cinquanta centimetri, grandezza più che sufficiente per poterli studiare. Fatti questi disegni, sotto l’occhio intelligente e scrupoloso del Prof. Barberi, sentimmo il bisogno di studiare il nudo anche sotto l’aspetto del colore”.

Capri comincia così a lavorare ad un bozzetto ad olio, ma è costretto ad interrompere il lavoro per le difficoltà che si presentano. “Questo è uno dei non pochi inconvenienti che derivano dal lavorare in compagnia di altri - lamenta l’artista - quando vi sentireste il desiderio di fare una data cosa, ecco che l’altro (strana combinazione) ha voglia di fare tutto il contrario; così il più delle volte non si riesce ad altro che ad annoiare, o peggio, a stancare gl’individui e a raffreddarne quegli impeti di ardore tanto efficaci alla buona riuscita di un lavoro”. Forse dietro queste parole di Capri si puo cogliere una velata allusione a Masotti, suo compagno di studi, perché come lui pittore. In ogni modo “lasciato a mezzo il bozzetto, licenziammo il modello e ne prendemmo un altro: un giovane sui sedici anni. Questi, sebbene difettoso come assieme generale della persona, aveva particolari piuttosto belli in ispecie gli attacchi del collo e le braccia. Feci due disegni quasi al vero, uno dei quali della figura fino al ginocchio. Due di essi sono a carbone, l’altro a semplice matita. Il carbone serve a meraviglia per fare disegni piuttosto grandi e specialmente per approntare l’assieme di una figura. Ho trovato molto utile l’esercitarsi a mettere questo: il movimento e l’equilibrio delle varie parti tra di loro di una figura, cosa del resto difficilissima a conseguire. Sempre con questo modello cominciammo uno studio della testa e della parte superiore del torace, che non ebbe miglior sorte di quel bozzetto del nudo, anche questa volta le difficoltà incontrate furono enormi”.

Giovanni Masotti nacque a Bologna il 15 giugno 1873 da Camillo Masotti e Teresa Brunetti. All’ingresso in collegio, il 9 novembre 1885, era già orfano di madre e le condizioni della famiglia piuttosto critiche. Il padre Camillo, di professione pastaio, era rimasto vedovo, un incendio aveva distrutto il suo negozio, inoltre aveva cinque figli a carico e “fra poco altri, essendosi ammogliato nuovamente”. Entrato in collegio, compie gli studi artistici sotto la guida dei professori Tartarini e Barberi. Definito dal rettore Augusto Romagnoli “giovinetto d’ingegno eccellente”, sviluppa presto una particolare sensibilità per il colore (“diede a vedere quanto bene intuisce il colore e come fosse capacissimo di ritrarlo”), che si manifesto fin dagli studi dal vero realizzati nel 1891, nel soggiorno fiorentino di S. Margherita a Montici, vicino a Firenze. Il rendimento negli studi fu altalenante, promettente negli anni trascorsi come alunno in Collegio, più incerto durante il periodo del pensionato, segnato da ritardi nell’invio delle opere e lamentele di scarso rendimento da parte degli amministratori. Anche sul piano della condotta il giovane Masotti incontrò diversi inciampi. “Indolente e di carattere riottoso e strano”, lo definisce ancora il rettore, che ricorda come l’artista da giovane gli abbia causato “non pochi, nè piccoli dispiaceri”. Nella quadreria del collegio Venturoli si conservano diverse opere di Masotti realizzate durante il suo percorso di formazione, nelle quali risulta già evidente il gusto per il paesaggio e per i soggetti desunti dal vero. Un nucleo importante delle sue opere si trova inoltre presso le Collezioni d’arte e di storia della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna.

Ilaria Chia

Testo tratto dal catalogo della mostra "Angelo Venturoli - Una eredità lunga 190 anni", Medicina, 19 aprile - 14 giugno 2015.