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Palazzo Mazzacorati

Di rilevanza storica

Schede

I Mazzacurati (o, con dizione posteriore, Mazzacorati) abitavano il palazzo in via Barbaziana 1239 (ora via Cesare Battisti 23), di origini quattrocentesche, che era stato già della famiglia senatoria Felicini. Nel 1777, morta l’ultima dei Felicini senza eredi diretti, la casa fu ereditata dai Palmieri, un esponente dei quali, il marchese Giovanni Battista (1644-1740), aveva sposato nella prima metà del Settecento una Orsola Felicini (Guidicini, Cose Not., I, p. 109; ms. B 968/2, tav. 90). Nel 1780 passò per vitalizio a Marco Felice Zani Bettini, rinomato notaio, morto nel 1787 lasciando un figlio maschio e due femmine (Galeati, Diario, XII, B 90, c. 371). I tutori del figlio minorenne Giovanni Battista (che il cronista Tommaso de’ Buoi ricorda per avere in seguito, del tutto impunemente, ucciso la moglie nel 1803) la vendettero a Gaetano Dalla Noce, da cui passò a Giovanni Mazzacurati (Guidicini, cit.; Fontana, nn. 1644, 1728; Roversi, in Cuppini, p. 296).

Fin dalla fine del Seicento il palazzo ospitava, nel salone nobile dell’ala che dava su via Barbaziana, un teatrino in legno con tre ordini di palchi, che nel 1763 fu costruito di nuovo dagli Accademici Concordi, e nel 1807 fu restaurato a cura di Gaetano Dalla Noce, che chiamò a decorarlo nientemeno che Antonio Basoli. Sul palcoscenico si avvicendarono con alterne fortune gruppi di dilettanti e di professionisti: dopo i Concordi gli Unanimi, i Riuniti, gli Avvivati, i Rinati, i Filergiti, i Felicini, la Compagnie Impériale d’Acteurs Français nel 1809, e dal 1811 gli Alunni della Musica (Calore, Il teatro Felicini; Id. Storie di teatri, pp. 33, 100-101). Dopo l’intervallo del 1813 e del 1815 in cui si ebbero spettacoli di meccanica e fantasmagoria, dal 1815 tornarono le accademie e le rappresentazioni dei Filodrammaturgi, degli Armonici, dei Concordi, e dei Sinevergeti. L’ultima stagione documentata, non essendo evidentemente i Mazzacorati interessati a continuare a mantenere un teatro pubblico nella loro casa, è del 1825-1826, con una serie di commedie di Goldoni, Albergati, Kotzebue, Bon e una tragedia, il Saul di Alfieri (In scena a Bologna, pp. 395-413).

Silvia Benati