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Palazzo Cavazza

Di rilevanza storica

Schede

Il palazzo, situato in via Farini 3, fu progettato dall'architetto Giuseppe Mengoni nel 1863. Tra il 1898 ed il 1900 si situa l'intervento pittorico degli interni ad opera di Achille Casanova. Nel 1911 ad Alfonso Rubbiani fu invece commissionata l'aggiunta dei balconi sui due estremi della facciata: tra l'architrave e la cornice, inoltre, sono ben visibili i busti di alcuni illustri scienziati ed artisti. Residenza di città dei conti Francesco e Lina Bianconcini Cavazza, il loro salotto divenne un punto di riferimento della vita culturale, politica, artistica e filantropica bolognese, crocevia delle più eminenti personalità del tempo: «Non meno scelta e significativa era l'ospitalità dei Cavazza nel palazzo di città, al quale affluivano spesso (ed erano i famosi giovedì di tempi lontani) le notabilità dell'arte, della letteratura, della scienza che rendevano allora così elevata la Bologna di Carducci, di Panzacchi e di Martucci. E da quelle adunate (più che ricevimenti) uscivano formati e pronti all'azione quei gruppi artistici i quali rappresentati da [Alfonso] Rubbiani, da Achille Casanova, da Alfredo Tartarini, da Augusto [Sezanne] procedettero a costituire il Comitato per il restauro di S. Francesco dapprima e poco più tardi il Comitato per Bologna Storica ed Artistica» (Aemilia Ars. Arts & Crafts a Bologna 1898-1903 (2001), p. 127). D'altronde nel 1913 Alfredo Testoni, in occasione della morte del suo 'diletto amico' Rubbiani, ricorda come questi “era sempre irreprensibile nel suo elegante abbigliamento, per andare in casa dei conti Cavazza, dove si raccoglieva il fior fiore degli scienziati e degli artisti non solo dimoranti a Bologna, come ad esempio il Carducci, ma di quanti venivano fra noi dal Fogazzaro al Bistolfi, dal Sacconi al Calderini, dallo Ximenes a Cesare Pascarella”.

Presso la sua casa, la contessa Cavazza impartiva lezioni di punto a reticello per ragazze povere, da lei ospitate per due ore ogni giorno: difatti, Lina Bianconcini Cavazza era membro del Consiglio degli azionisti e della Commissione esecutiva della Aemilia Ars, istituita nel 1898, all'interno della quale aveva promosso una Sezione “merletti e ricami” (poi “Aemilia Ars. Azienda di merletti e ricami a punto antico”) fin dal 1899. Questa Sezione fu concepita come vera e propria iniziativa di “assistenza civile”, un'impresa femminile dal carattere non meramente imprenditoriale, ma innanzitutto sociale e politico, che prevedeva la partecipazione delle lavoratrici agli utili ed una spiccata trasparenza nella definizione del rapporto tra costi e prezzi.

Lina Bianconcini Cavazza promosse – quando ormai era prossima l'adesione dell'Italia al primo conflitto mondiale – la costituzione dell'Ufficio per notizie alle famiglie dei militari di terra e di mare, che vide effettivamente la luce a Bologna nel 1915. Già eretto in Ente Morale e pronto ad operare fin dai primissimi giorni dopo l'entrata in guerra dei Savoia, l'Ufficio – che a Bologna si occupava prettamente dei militari di terra – entrò in funzione al primo piano del Palazzo, ceduto dai conti Cavazza «con gesto nobilissimo»: «L'intero primo piano del di Lei [la contessa Cavazza, NdA] magnifico palazzo, cioè più di dieci spaziose e splendide sale, è destinato per l'Ufficio Notizie, – e come la Signora Contessa mi fece constatare – vi si sta quasi a disagio per la mole enorme del lavoro da espletarsi quotidianamente. Una uniforme tela grigia ricopre le pareti per proteggerne i preziosi arazzi e la ricca tappezzeria in broccato. I sontuosi mobili hanno esulato dalla loro sede. E sono stati sostituiti da lunghe teorie di tavoli e scrivanie di tutte le dimensioni e di tutti gli stili». L'Ufficio mantenne la sua sede presso questo Palazzo fino al 1916, quando per l'inadeguatezza dei locali – dov'erano impiegate 350 persone volontarie – venne trasferito presso alcuni locali del Palazzo delle Poste. Nel 1926 fu collocato sotto il portico del Palazzo il negozio della già ricordata Aemilia Ars, il quale rimase gravemente danneggiato in occasione dei bombardamenti del 1943. Riaperto nel 1946, successivamente il negozio si trasferì in via Castiglione 11.

Andrea Spicciarelli