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Collezione dei monumenti sepolcrali del cimitero di Bologna

1825 | 1829

Schede

La raccolta di fogli intitolata Collezione dei monumenti sepolcrali del cimitero di Bologna pubblicata da Giovanni Zecchi stampatore e negoziante da stampe. - Bologna: Contrada Porta Nuova viene edita tra il 1825 e il 1827. L'insieme assomma 160 tavole che rappresentano i più significativi monumenti funerari collocati nel Cimitero della Certosa di Bologna. L'opera viene edita in fascicoli con uscita periodica per un totale di 41 numeri. Ad ogni riproduzione di monumento funebre corrisponde una trascrizione della lapide, la breve biografia del defunto ed indicazione sugli artisti che hanno eseguito l'opera. I testi sono sia in lingua italiana che francese. L'opera viene conclusa tra il 1828 e l'anno successivo con la Descrizione della Certosa di Bologna ora Cimitero Comunale. Il libretto, i cui testi dovrebbero essere di Gaetano Giordani, si configura come una vera e propria guida e descrive in maniera dettagliata i maggiori ambienti del complesso (Chiesa, sale, chiostri) e si completa con otto incisioni che propongono altrettante vedute della Certosa. Infine, una grande e dettagliata planimetria offre una precisa situazione del Cimitero alla data della messa in stampa della pubblicazione. Nel 1842, a distanza di molto tempo, Giovanni Zecchi stampa il V° fascicolo, descrivedo alcune delle nuove opere che si erano realizzate nel cimitero. Le tavole partono dalla n. 161 e si chiudono con la n. 172, dedicata al Monumento Sormani collocato nella Cella Prima. Quest'ultimo fascicolo è piuttosto raro ed è difficle da trovare allegato al rimanente della raccolta.

La Collezione ebbe una tiratura notevole ed un ottimo successo, tanto che ancora oggi è possibile recuperarne serie complete sul mercato antiquario. Sia questa raccolta che quelle edita da Raffaele Terry (1813-17) che da Salvardi (1825-39) e gli acquerelli di Petronio Rizzi, sono inoltre preziose testimonianze di moltissime opere che nel corso del tempo sono andate perdute, sia perchè troppo fragili (tombe dipinte) sia per l'apertura di nuovi varchi o sale o ancora per il mutamento del gusto. La scelta di riprodurre i sepolcri in chiaroscuro fu probabilmente fatta per rendere meglio le sculture che dopo il 1815 andavano sostituendosi alle opere pittoriche. Infatti la più antica raccolta del Terry le riproduce al solo contorno e senza sfumato, frutto di una scelta di cultura neoclassica che doveva riprodurre per la maggior parte opere dipinte realizzate tra il 1801 e il 1815.

Roberto Martorelli

2008, ultimo aggiornamento aprile2021. Approfondimento realizzato in collaborazione con la Biblioteca Comunale dell'Archiginnasio.