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Collegio convitto Ungarelli

1859 | 1928

Schede

Il collegio convitto Ungarelli viene fondato nel 1859 dal padre barnabita Luigi Ungarelli. Germano Rossi, nipote della contessa Cornelia Martinetti, concede in affitto all'Istituto Ungarelli il palazzo di famiglia in via San Vitale n. 56. Lo stabile, che ingloba in una vasta area centrale della città i resti di alcuni conventi soppressi in epoca napoleonica, fu sede di uno dei più importanti cenacoli letterari dell'Ottocento. L'Istituto propone studi “infantili, elementari, tecnici, ginnasiali e liceali”. Per accedervi è prevista una “retta annua mite senza spese superflue” e con sconti per i fratelli o per più di tre ragazzi provenienti dallo stesso paese.
Oltre alle normali materie e all'istruzione religiosa sono impartite “lezioni di galateo e doveri sociali”. I collegiali vestono, come uniforme obbligatoria, “la simpatica divisa del bersagliere”. Su di essi gli insegnanti esercitano una vigilanza assidua e una “disciplina famigliare, amorosa, ma risoluta”. Al piano terra di Palazzo Martinetti sono situati gli uffici amministrativi del collegio, mentre i piani superiori ospitano in “ampie sale ben arieggiate e luminose” le aule, le sale studio e i dormitori. Il famoso giardino della contessa è usato per la ricreazione degli alunni. Nel 1900 fu trasferito in altro stabile, fuori Porta Santo Stefano. Nel 1899 l'istituto si era dotato di una piscina, impianto all'avanguradia per l'epoca. Il Collegio convitto Ungarelli chiude nel 1928.

Un resoconto sull'attività di questa scuola privata è presente nel quotidiano L'Ancora di Bologna del 29 settembre 1874: "Di questi giorni i vasti loggiati del Collegio Ungarelli sono stati aperti al pubblico che vi hanno potuto ammirare con bell’ordine esposti i saggi in iscritto sulle svariate materie che compongono i programmi d’insegnamento. V’avevano pure moltiplici lavori di disegno e calligrafia che i giovanetti convittori compirono nel trascorso anno scolastico, e che presentarono al IX Congresso Pedagogico. Davvero fummo soddisfatti leggendo di quei componimenti: nei lavori italiani si vede curata la lingua ed il pensiero; nei temi latini, oltre le regole grammaticali sempre ben a posto, che lo scolaro non traduce alla lettera servilmente, ma investigando il sentimento palesa una certa padronanza di questo classico idioma: ed i temi greci (benché pochi) mostrano che questa lingua non è insegnata coi metodi dei filologi alla tedesca, metodi che invece di mirare all’educazione dell’ingegno e del gusto, sono intenti a scomporre le parole con un’analisi che uccide il concetto. I lavori calligrafici furono compiuti con un metodo un po’ troppo fantastico e fra i disegni d’ornato, di paesaggi, d’architettura e di figura c’è n’hanno veramente dei belli e che fanno onore alla scuola. Tutt’assieme passeggiando per quelle sale ci persuademmo che l’istruzione privata offre spesso migliori frutti dell’ufficiale". Lo stesso giornale - l'Ancora - ci segnala come "la retribuzione è fissata per i convittori a lire 85 mensili, e per gli alunni esterni, delle classi infantili lire 48 annue; delle classi elementari, tecniche e ginnasiali lire 128; delle classi liceali e dell’istituto tecnico lire 160".

Ulteriori dettagli ci giungono attraverso "Margherita - Strenna per l'anno 1878", edita dalla Compositori nel 1877: "Sei sono i corsi di studi, che si compiono in questo grande Istituto: 1° Corso Elementare preceduto da una scuola preparatoria infantile; 2° Il corso delle scuole tecniche; 3° Il corso ginnasiale; 4° Il corso Liceale o di Filosofia; 5° i corsi professionali e industriali di Fisico-Matematica, di Agronomia e di Ragioneria; 6° Il corso Linguistico e Commerciale. Le retribuzioni pegli alunni esterni pagabili in 8 eguali rate annue sono: 1° Per le classi elementari infantili di L.64; 2° Per le classi elementari inferiori di L.96; 3° Per le classi elemantari superiori di L.128: 4° Per le classi Tecniche e ginnasiali di L. 128: 5° Pei corsi dell'Istituto tecnico L.160; 6° Pel corso Liceale L.160: 7° Pel corso di lingue straniere e contabilità di L.200. La retribuzione dei convittori è di L. 85 mensili, in cui sono compresi gli alimenti, le spese di lavatura e stiratura, e di biancheria, oltre i minuti risarcimenti che possono abbisognare ad essa, ed agli oggetti di vestiario. Vi si comprendono inoltre tutte le scuole obbligatorie al corso che percorre l'allievo, le spese comuni pei libri, carta, penne, ecc., e finalmente le spese per la campagna, e pegli ordinari divertimenti. L'Istituto-Convitto Ungarelli fu l'unico premiato al Concorso del VI Congresso Pedagogico in Torino con medaglia pel titolo speciale del buon ordinamento; e nel IX Congresso Pedagogico adunato in Bologna venne decorato, fra le altre onorificenze, di due medaglie d'argento, una delle quali straordinaria, pel complesso delle scuole e del materiale d'insegnamento, e questo è il più bell'elogio che si possa fare a tale Istituto che è di decoro e di lustro alla colta e generosa Bologna."

Il periodico umoristico Ehi! ch'al scusa... descrive il Convitto in occasione delle feste di carnevale del febbraio 1882: entriamo lesti lesti per trovar posto nell'Isituto Ungarelli ove hanno avuto luogo parecchi trattenimenti brillantissimi. Gli alunni del Collegio-Convitto della Casa di riposo pei Vecchi Artisti, diretti dal bravo Pagani hanno preso parte a queste recite, e nelle commedie Le consulte ridicole e il Barbiere maldicente, tutti i piccoli attori, ma specialmente i giovanetti Falconi e Bissi si sono rivelati pieni di una disposizione ammirabile per la scena, ed hanno veramente rapito all'entusiasmo gli spettatori che chiamarono al proscenio a più riprese il Pagani in mezzo ai piccoli suoi allievi in drammatica. Gli alunni poi del Collegio Ungarelli, diretti egregiamente dal Corneti, hanno benissimo recitato nella commedia Fanfan il saltimbanco e cantato nel vaudeville Robba da chiodi (ti conosco, Vespertilio!). Chi volesse citare i nomi di tutti coloro che si distinsero, bisognerebbe avesse a sua disposizione quello spazio di cui non ci è dato disporre, accenneremo solo al maestro Gamberini che musicò e diresse il vaudeville, alle signore De-Maria e Taglioni che toccarono il pianoforte con tanta maestria, e ai giovani Palucco, Antonoupolo, Pepoli, che ebbero le parti principali nelle commedie.

In collaborazione con Cronologia di Bologna