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Enrico Barberi

1850 - 1941

Scheda

Il Museo civico del Risorgimento di Bologna ha in programma la realizzazione di un volume monografico dedicato all'artista. Chi fosse a conoscenza di opere o dati biografici è pregato di contattare il Museo: museorisorgimento@comune.bologna.it  051.225583

Nato e vissuto a Bologna, qui frequenta l’Accademia e si forma sotto la guida di Salvino Salvini. Dal 1871 al 1873 usufruisce del pensionato che gli permette un apprendistato fuori città, presso lo studio di Giovanni Duprè a Firenze. I primi riconoscimenti ufficiali giungono con l’assegnazione dei premi Curlandesi per la scultura nel 1868 e ancora nel 1877. Dopo anni di insegnamento all’Istituto di Belle Arti, detiene la cattedra di scultura all’Accademia dal 1895 al 1921, presso la quale si formano artisti famosi della generazione successiva, quali Silverio Montaguti e Giuseppe Romagnoli.

Artista di indole discreta e, come testimonia Panzacchi (1897), meditativo e scrupoloso, è comunque molto attivo localmente e suoi sono diversi monumenti celebrativi, tra cui quelli dedicati a Panzacchi presso il giardinetto di Porta Castiglione a Bologna (1912), nonché quello per Marcello Malpighi a Crevalcore inaugurato l’8 settembre 1897, del quale si conserva un piccolo bozzetto in gesso nelle collezioni storiche della Galleria d’arte Moderna, ora presso il MAMbo, Museo d’Arte Moderna di Bologna. Suoi anche tre dei busti appartenenti al ciclo del Pantheon degli uomini illustri, in origine in Certosa, poi nella sala d’Ercole in Palazzo d’Accursio, infine alla GAM dopo essere stati anni nei giardini della Montagnola purtroppo oggetto di vandalismi e incuria: quelli dell’amico Luigi Serra, di Francesco Rocchi e Paolo Venturini. In Certosa la sua attività è testimoniata a partire dal nono decennio dell’Ottocento, ma la fase più felice dell’opera di Barberi, espressione del passaggio dalla stagione realista a quella simbolista, attraverso la fascinazione del linguaggio tardo romantico legato al realismo storico-letterario, è quella dell’ultimo decennio, con la realizzazione di monumenti di grande impatto e alta qualità esecutiva, come quelle delle famiglie Bisteghi (1891), Cavazza (1893) e Borghi Mamo (1894). Risulta attivo anche per i cimiteri di Cesena e Imola, dove rimangono testimonianze più modeste della sua attività. Ancora tutta da chiarire la serie di rapporti che in quegli anni legava diverse figure come il Barberi, Luigi Serra, Alfredo Tartarini ed altri. Una fitta rete di amicizie che consentiva frequenti scambi di idee, disegni, progetti, per cui spesso si possono notare non solo influenze, ma vere e proprie collaborazioni che permettevano di mettere in campo esperienze e capacità diverse per la riuscita di un unico lavoro. Una prima indagine è stata compiuta grazie agli studi dedicati a Luigi Serra nel 2003, in occasione della mostra tenutasi alla Galleria d’Arte Moderna di Bologna, dove lo spoglio del carteggio indirizzato a Barberi dall’amico pittore Serra ha fornito alcune notizie proprio in questo senso, evidenziando lo spunto dato da disegni di Serra inviati allo scultore in fase di elaborazione dei lavori, quali le tombe Bisteghi e Borghi Mamo; la figura dello scultore è comunque ancora oggetto di studio e spero si possa presto riportare alla luce in maniera completa ed esaustiva.

Barbara Secci

Il seguente testo è tratto da "La storia delle arti del disegno studiata nei monumenti che si conservano in Bologna e nei suburbi", Bologna, 1888. "Barberi Enrico, uno de’ migliori giovani statuarii di Bologna, non pure per l’esecuzione perfetta delle forme, ma anche per la giustezza delle invenzioni. Le opere sue sono: all’Accademia il Prometeo e l’Otriade, il gruppo in terra cotta di Sant'Anna e la Vergine (in Santa Maria della Carità). Alla Certosa: il monumento al Cardinal Moretti (nella cappella a sinistra), l’altorilievo nel monumento Trombetti e Vespignani e quelle dei monumenti Veratri, Pezzoli e Lorenzini (nel settimo chiostro), il busto del Paolo Venturini nella sala degli uomini illustri e molti altri."