Oratorio di Santa Cecilia

Oratorio di Santa Cecilia

Scheda

Attigua alla chiesa di San Giacomo Maggiore nella via Zamboni, e menzionata anzi, dalla cappella fatta costruire dai Bentivoglio in questa chiesa, sorge la piccola ma antica chiesa di Santa Cecilia, ben nota agli artisti per le pregevoli pitture ch’essa contiene. Santa Cecilia venne eretta nel 1319, ricostrutta di pianta più volte nel 1356 e soppressa al culto nel 1798. Le volte furono costrutte da Gaspare Nadi nel 1483. Tra il 1504 ed il 1506 Giovanni Bentivoglio chiese a dipingerla cinque dei migliori pittori che allora lavorassero in Bologna, cioè il Francia, il Costa, il Tamarocci, l’Aspertini ed il Chiodarolo. Tali dipinti, per varie cause ridotti in deplorevolissimo stato, vennero, nel 1874, con molta cura e grande criterio d’arte, ristaurati dal milanese Luigi Cavenaghi, resosi famoso per altri pregevoli ristauri. In questi dipinti è rappresentata la storia di quella poetica martire del Cristianesimo chiamata dai primi fedeli a prendere il posto che fra i pagani aveva la squisita Euterpe. Interessanti soprattutto sono i dipinti del Tamarocci e del Chiodarolo, del quale ultimo è il quadro di Cecilia e Valeriano inghirlandati dall’Angelo, di straordinaria leggiadria; belli sono pure quelli del Francia, che lavorò dopo questi due perfetti cinquecentisti, con quel fare animato, vivace, largo, ma un po’ manierato che gli fu proprio. Notevole è pure il quadro di Lorenzo Costa rappresentante Santa Cecilia in atto di distribuire le sue ricchezze ai poveri, del quale, oltre la bella composizione, è ammirevole ed intonato lo sfondo, cosa non comune nelle pitture antiche. Nel convento attiguo a San Giacomo Maggiore ed a Santa Cecilia sono ora insediati varii istituti scolastici, accedendo ai quali si può osservare l’abside di San Giacomo ornato di terrecotte stupendamente lavorate. L’ornamento d’una finestra rotonda porta rilevata in caratteri gotici l’Ave Maria. Dietro l’edifizio delle scuole si veggono ruderi di muraglioni merlati: sono gli avanzi delle mura, che, prima dell’attuale cinta, contornavano la città.

Testo tratto da "Provincia di Bologna", collana "Geografia dell'Italia", Torino Unione Tipografico Editrice, 1900. Trascrizione a cura di Lorena Barchetti.

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