Mostra provinciale d’arte applicata all’industria

Mostra provinciale d’arte applicata all’industria

29 Giugno 1892

Scheda

La prima mostra provinciale d’arte applicata all’industria ebbe luogo a Bologna nei giardini della Montagnola dal 21 maggio al 29 giugno 1892, in un’area di 7.000 metri quadri.

L’idea di organizzarla nacque nel marzo del 1891, ricevendo una prima formalizzazione nel giugno allorché, su invito di vari esponenti del mondo artistico della città (fra i quali Tullo Golfarelli, Carlo Legnani, Camillo Leoni), si tenne, all’Accademia di Belle Arti, la prima riunione ufficiale alla quale parteciparono esponenti del mondo industriale, finanziario e associativo - membri della Camera di Commercio, degli istituti di credito e delle società di mutuo soccorso - oltre a rappresentanti delle autorità municipali, quali delegati del Comune e della Provincia.

In quell’occasione vennero esposti i motivi - essenzialmente di ordine economico ma, in parte, anche politico - che portavano ad organizzare l’esposizione con l’intento di «aumentare la prosperità delle industrie artistiche, cui il tempo presente poco propizio per la concorrenza straniera e delle altre provincie italiane, impone una esistenza languente, tra la scarsa produzione, poiché scarse sono le commissioni dei privati» (“Gazzetta dell’Emilia”, 3 giugno 1891).

La manifestazione, dunque, avrebbe dovuto rappresentare uno sforzo di rilancio del mondo produttivo cittadino, esibendone le peculiarità competitive; ma nelle intenzioni degli organizzatori essa, essendo tesa ad accrescere non solo i vantaggi degli industriali ma anche «quelli della classe operaia» attraverso «la cooperazione di tutte le forze unite», avrebbe potuto assumere una valenza ideologica e politica, in una sorta di “unione interclassista di intenti” che accomunava gli appartenenti al mondo artistico e industriale bolognese, «le signore che hanno il gusto delle cose belle e gli operai che si affaticano in qualche modesta botteguccia», cercando così di risanare le profonde spaccature sociali che si andavano delineando all’epoca (“Gazzetta dell’Emilia”, 15 maggio e 3 giugno 1891).

Terminati i lavori preparatori, il Comitato esecutivo - presieduto dal prof. Tito Azzolini e composto, tra gli altri, da Luigi Bazzani, Eugenio Bonesi, Gaetano Francia, Tullo Golfarelli, Angelo Gatti, Camillo Leoni, Carlo Legnani, Enrico Panzacchi e Agostino Salina; affiancato da un «Comitato di Signore» deputate a interessarsi dei lavori femminili - rendeva nota la struttura della mostra articolata in nove sezioni - «metalli, mobilio, materiali, stoffe, cuoiami, decorazioni industriali, arti grafiche, applicazioni industriali, applicazioni artistiche» - che comprendevano «lavori in ferro battuto, di ferro fuso, di rame, di oreficeria, di caratteri tipografici, d’incisioni industriali […]. Poi i lavori di mobilio, di marmi e terrecotte, di tessuti, sia di cotone, di filo che di lana e seta; di cuoiami e congeneri, […] gli oggetti di galvano-plastica, di incisione chimica e di apparecchi per processi fotografici; di decorazioni rurali, di applicazioni artistiche, come gli oggetti di pittura decorativa; di arte applicata alla decorazione domestica, ecc.» (“Il Resto del Carlino”, 21 maggio 1892).

Scenografie e coreografie, poi, assumevano importanza tanto quanto i prodotti esposti: l’allestimento, curato dall’ing. Luigi Bazzani, prevedeva infatti diverse gallerie e padiglioni variamente decorati, cui si aggiungevano le eleganti sale di conversazione, il palco della musica e, all’esterno, immersi nel verde, un acquario, una uccelliera, una serra per piante esotiche e una grande fontana luminosa, oltre a tettoie e pergolati (“Il Resto del Carlino”, 21 maggio 1892).

La mostra ottenne un discreto successo: 400 furono gli espositori e oltre 100.000 i visitatori attirati dai molti avvenimenti organizzati nell’ambito della manifestazione, tra cui varie feste - dei fiori e dei ventagli, dei bambini e dell’arte da salotto - una serie di conferenze, concerti quotidiani, spettacoli al café-chantant e la fiera di vendita degli oggetti esposti.

Rossella Ropa

Testo tratto da Cent'anni fa Bologna: angoli e ricordi della città nella raccolta fotografica Belluzzi, Bologna, Costa, 2000.

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Documenti
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