Monumento di Francesco Sampieri

Monumento di Francesco Sampieri

monumento composito 1815

Scheda

Il monumento sepolcrale a Francesco Sampieri, realizzato nel 1815 da Giovanni Putti, presenta due statue a grandezza maggiore del vero raffiguranti una donna e una fanciulla in abiti classici e, alla sommità di un alto basamento arricchito da varie modanature, è collocata una grandiosa urna parzialmente coperta da un drappo funebre ampio e panneggiato che scende fino a terra incorniciando e ammorbidendo lo schematico profilo del monumento.
Nella scelta iconografica, colta ed essenziale, non deve aver avuto un ruolo secondario la giovane committente Anna Pepoli Sampieri, raffinata letterata e scrittrice fortemente impegnata sul fronte filosofico e pedagogico, il cui interesse era accentrato soprattutto nella rivalutazione, pur in senso conservatore, del ruolo sociale e culturale delle donne (1). Alla vedova è probabilmente da ascriversi la decisione di non raffigurare, com’era consuetudine nei monumenti della Certosa, Allegorie di temi funerari, di virtù o di professioni, ma unicamente due figure femminili – chiaramente identificabili con la moglie e la figlioletta del defunto – che esprimessero tutta la dignità delle due donne, nonché quella «celeste [...] corrispondenza d’amorosi sensi» cantata da Ugo Foscolo.
Il motivo del ritratto dei congiunti dell’estinto nelle statue sepolcrali fu, negli stessi anni, adottato da Putti anche per il monumento Baldi Comi e, forse, per quello al conte Alessandro Casali, ed è interessante notare come questo elemento di apertura verso un “naturalismo” di marca romantica, che conobbe ampio sviluppo nella scultura italiana dei decenni successivi, compaia proprio nei monumenti realizzati dallo scultore bolognese poco dopo il suo rientro da Milano (città dove, nei primi decenni dell’Ottocento, conobbero particolare fioritura sia lo stile impero sia precoci fermenti artistico-letterari volti in direzione romantica e attenti alle più aggiornate istanze di derivazione europea) e, almeno per ciò che riguarda i sepolcri Baldi Comi e Sampieri, in quelli che risultano essere stilisticamente i più vicini alle poetiche neoclassiche tra quelli realizzati da Putti alla Certosa.
L’impianto compositivo del monumento Sampieri è squisitamente neoclassico, così come l’iconografia delle due figure poste di profilo che riprendono il motivo del mesto incedere “a processione” verso il sepolcro, scelto da Canova per il monumento a Maria Cristina d’Austria nella Augustinerkirche di Vienna.
Oltre all’attenzione ai coevi prototipi canoviani e all’espressione di chiari sentori di modernità, in quest’opera è individuabile, come sempre nei lavori di Putti, una linea di continuità con la tradizione iconografica bolognese d’antico regime, riscontrabile nell’enfasi e nell’abbondanza materica della coltre funebre (elemento frequente soprattutto nei monumenti che lo scultore stesso ideò, senza la collaborazione di alcun progettista) che in quest’opera assume la duplice valenza di abbellimento di gusto “scenografico” e di simbolo funerario.

Emanuela Bagattoni

(1) La contessa Anna Pepoli Sampieri (Bologna, 1783 - 1844), donna di riconosciuti meriti letterari fu amica di Giacomo Leopardi e il suo salotto costituì un importante punto di riferimento per letterati bolognesi e che soggiornarono nella città emiliana. Le si devono pubblicazioni di buon successo incentrate sul ruolo femminile nell’ambito sociale e culturale, tra cui: Della dignità delle donne e del loro potere nella civile società (1814); Raccolte di sentenze e di massime tolte da più filosofi, poeti ed autori (1824); Il libro dei costumi di Dionisio Catone volgarizzato (1827); La donna saggia ed amabile (1838) e Prime considerazioni da farsi innanzi di intraprendere l’educazione (1840).

Descrizione tecnica

Il monumento composito, inserito in una nicchia absidata dipinta, poggia su un basamento in pietra il quale sostiene una struttura composta da: due statue femminili rappresentanti la madre e la figlia del defunto, le quali si appoggiano a cippo funebre recante uno stemma araldico ed una lapide incisa a lettere rubicate. Sulla sommità, urna cineraria avvolta in drappo che discende sulle pareti laterali dell'intero monumento.

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