Salta al contenuto principale Skip to footer content

Gino Monti

22 febbraio 1916 - [?]

Scheda

Gino Monti, da Giuseppe e Rosa Boemi; nato il 22 febbraio 1916 a Faenza (RA); ivi residente nel 1943. Licenza elementare. Operaio meccanico. Iscritto al PCI. Nell'estate 1943, alla caduta del fascismo, insieme con altri giovani, incominciò a mettere a segno attentati alla casa del fascio di Faenza. Nei giorni dell'armistizio, sempre con il gruppo dei giovani, provvide a recuperare armi e munizioni nelle caserme abbandonate di Faenza utilizzate poi per armare un gruppo di 20 giovani, la banda «La Scansi» che fino al novembre 1943 operò nella valle del Senio. Divenuto comandante del gruppo, successivamente si portò sul monte Falterona dove operò fino alla primavera 1944. Su incarico della federazione del PCI di Ravenna, nel luglio 1944 costituì la la brigata Ravenna che avrebbe dovuto operare all'interno della 36a brigata Bianconcini Garibaldi come battaglione autonomo romagnolo. In realtà i partigiani romagnoli furono inseriti nei vari battaglioni della 36a brigata Bianconcini Garibaldi. Assunse la carica di commissario politico del battaglione Ivo con il quale partecipò agli scontri contro i tedeschi nel settembre-ottobre 1944.
Dopo la battaglia di Santa Maria Purocelo (ottobre 1944), nascosto in una macchia, riuscì a sfuggire al rastellamento tedesco e, attraversato il Lamone, si portò a San Adriano e poi a Popolano (Marradi - FI) liberata dagli inglesi. 

Rientrato sulle colline faentine, partecipò il 15 dicembre 1944 alle operazioni militari per la liberazione di Faenza, quando, con un ritardo di mesi, giunsero le truppe alleate che si fermarono poi sulla riva destra del Senio.
Riconosciuto partigiano. Testimonanzia in RB3. [AQ-O]