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Lapide di T. Octavius, L. Groelius Speratus e Q. Pedusius

lapide I secolo d.C.

Schede

Provenienza: Bologna, Muro del Reno

TRASCRIZIONE

[T(ito) O]ctavio L(uci) f(ilio)

[L(ucio)] Groelio Sperato

[Oc]tavia T(iti) et L(uci) l(iberta)

[Mi]nor patronis et

[Q(uinto) Pe]dusio QQ (=Quintorum duorum) l(iberto)

[Suav]i viro et sibi

TRADUZIONE

A Tito Ottavio, figlio di Lucio; a Lucio Grelio Sperato. Ottavia Minore, liberta di Tito e di Lucio, (dedicò questo monumento) ai suoi patroni, al compagno Quinto Pedusio Soave, liberto di due uomini di nome Quinto, e a sé stessa

Questa lapide venne fatta preparare da una liberta, Ottavia Minore per i suoi patroni, per sé stessa e suo marito. Entrambi erano ex schiavi che avevano ottenuto la libertà ed entrambi, curiosamente, erano accomunati anche dalla condizione di essere stati servitori di due padroni: anche se possiamo immaginare che nella quotidianità gli schiavi fossero di fatto sottoposti alla volontà di più persone, da un punto di vista giuridico è più raro che venissero liberati da diversi proprietari e che avessero, di conseguenza, obblighi nei confronti di più patroni.

Curiosità: il nome gentilizio (ovvero di famiglia) “Grelio” è estremamente raro. In tutto l’Impero Romano, a quanto è dato sapere facendo una ricerca attraverso i principali database epigrafici, esiste una sola altra iscrizione che ricordava una persona della famiglia dei Greli. Questo non significa che non esistessero altri con questo nome, ma al contrario è un’ottima occasione per ricordarci che la quantità di dati di cui noi disponiamo, anche se sembra enorme (quasi un milione di epigrafi!) in realtà è una selezione piccola e … casuale! In effetti le condizioni per cui alcune pietre si sono salvate dalla distruzione del tempo ed altre no sono spesso frutto del caso e dipendono da luogo a luogo, da storia a storia.

Consulta l'epigrafe nel database EDR

Consulta l'epigrafe nel database UBI ERAT LUPA

Descrizione tecnica

Arenaria: 185,8x50x32,5 cm. Inv. 19111