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Lapide di Marita e Q. Ceionius Bebryx

lapide Seconda metà del I secolo d.C.

Schede

Provenienza: Bologna, Muro del Reno

TRASCRIZIONE

V(iva) f(ecit)

Q(uinto) Ceionio

Q(uinti) l(iberto) Bebryci

et sibi Marita l(iberta)

et libertis liber

tabus servis an-

cillis posteris

que eorum omnium

in fr(onte) p(edes) XXXV

in agr(o) p(edes) XXV

TRADUZIONE

La liberta Marita fece (questo monumento) da viva per Quinto Ceionio Bebricio, liberto di Quinto, per se stessa e per i liberti di entrambi i sessi e i loro discendenti.

(L’area funeraria) misura in larghezza 35 piedi e in profondità 25 piedi.


Questa stele destinava un’area di notevoli dimensioni (circa 76 metri quadrati) ad accogliere le sepolture di una coppia di liberti della gens dei Ceioni, Bebrico e Marita, e di tutti i loro liberti e i loro discendenti. I due liberti erano probabilmente una coppia ed erano legati da una relazione di patronato: Marita infatti, che si era incaricata di commissionare la stele, era stata schiava di Ceionio. L’apertura della grande area funeraria a tutti i membri della familia servilis, cioè del gruppo di schiavi, liberti e loro discendenti, testimonia non solo il legame stretto che vincolava i patroni ai liberti, ma anche, indirettamente, la ricchezza raggiunta dalla coppia.

Curiosità: l’inserimento di una clausola che permettesse ulteriori sepolture nell’area funeraria non era cosa da prendersi sottogamba. Nel mondo romano esistevano, oltre a queste formule di “inclusione”, anche molte formule di “esclusione”, che dichiaravano ad esempio che la tomba non rientrava tra i beni ereditabili o che indicavano il nome del singolo parente che non si voleva vicino. Aprendo il sepolcro a tutti i discendenti dei propri liberti (e si noti che non si parla di figli, ovvero di discendenti “di sangue”) Marita e Bebrico, liberti della gens Ceionia, stabilivano una catena di beneficiari virtualmente infinita, sui quali veniva proiettato un messaggio molto chiaro: voi dovete il vostro nomen di Ceionii, e quindi la vostra stessa esistenza giuridica come cittadini, a noi che abbiamo fondato questo sepolcro e lo abbiamo aperto a voi.

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Descrizione tecnica

Arenaria: 209x59x32 cm. Inv. 19126