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Lapide di L. Annius Rufio

lapide Fine del I secolo a.C. - inizi del I secolo d.C.

Schede

Provenienza: Bologna, Muro del Reno

TRASCRIZIONE

 L(ucio) Annio L(uci) l(iberto) Rufion[i]

L(ucius) Annius L(uci) l(ibertus) Atticus

L(ucius) Annius L(uci) l(ibertus) Gratus

fecere lib(erto)


TRADUZIONE

A Lucio Annio Rufione, liberto di Lucio. Lucio Annio Attico, liberto di Lucio, e Lucio Annio Grato, liberto di Lucio, fecero al liberto

Questa stele molto semplice ricordava i nomi di tre liberti, ovvero ex schiavi che avevano ottenuto la libertà, della gens Annia. Malgrado la semplicità della stele, priva di decorazione, si nota la volontà di ricordare per intero i tre nomi, nonostante fossero possibili delle soluzioni più “economiche”, come ad esempio omettere il nome della gens nella seconda e terza riga.

Curiosità: quando uno schiavo veniva liberato da un romano ne acquisiva il prenome e il nome di famiglia (gentilizio), cui accostava come terzo nome il suo nome semplice. Questo spesso permette agli studiosi di ricavare preziose informazioni dai nomi dei liberti, ma è un’arma a doppio taglio. Dal momento che i liberti in qualche modo “nascevano” come cittadini romani nel momento in cui ricevevano la libertà, essi portavano, è il caso di dirlo, fino alla tomba la loro identità di liberti. In questo caso, ad esempio, sono possibili moltissime ipotesi sulle relazioni tra i tre liberti menzionati. Erano forse colliberti, cioè schiavi insieme nella domus degli Anni? Sono stati tutti liberati da un uomo di nome Lucio Annio, ma non è detto che fosse lo stesso per tutti. I tre potrebbero anche essere l’uno il liberto dell’altro. Potrebbero perfino essere parenti di sangue: se uno di loro fosse stato il padre naturale degli altri due e questi fossero nati schiavi, lui avrebbe potuto in seguito liberarli ma loro sarebbero rimasti, legalmente, suoi liberti pur essendone i figli.

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Descrizione tecnica

Arenaria: 214x62,7x35,3 cm. Inv. 19179