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Lapide dei liberti di P. Tituleius

lapide I secolo d.C.

Schede

Provenienza: Bologna, Muro del Reno

TRASCRIZIONE

 P(ublio) Tituleio P(ubli) l(iberto)

Zeto

Tituleia P(ubli) l(iberta) Attice

v(iva) f(ecit)

q(uo)q(uo)v(ersus) (=quoquoversus) p(edes) XII

TRADUZIONE

A Publio Tituleio Zeto, liberto di Publio. Tituleia Attice, liberta di Publio, dedicò da viva (questo monumento).

(L’area funeraria misura) in tutte le direzioni 12 piedi


Questa stele a timpano decorato ricorda due liberti della famiglia Tituleia, Zeto e Attice. La gens dei Titulei non è menzionata in altre iscrizioni, ma leggendo i nomi dei due liberti è possibile ricavare il nome di almeno un altro membro, ovvero il Publio Tituleio patrono di uno o di entrambi i liberti.

Curiosità: la lapide venne commissionata da Tituleia Attice, mentre era ancora in vita. Ai nostri occhi non c’è nulla di eccezionale in questo, ma nell’epoca in cui vissero i due liberti questo genere di iscrizioni testimoniava visivamente una evoluzione in atto: le donne romane, negli anni in cui avveniva la trasformazione da Repubblica a Impero, avevano cominciato a guadagnare spazi di autonomia. In questo cammino il diritto di possedere, produrre e spendere ricchezza rappresentava un tassello fondamentale: Attice, usando il suo denaro per rappresentare sé stessa e Zeto nel proprio monumento funerario, stava esprimendo il suo potere di compiere scelte di tipo economico per sé stessa e per altri.

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Descrizione tecnica

Arenaria: 184x64,5x28,5 cm. Inv. 19182