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Lapide degli Ostoreni

lapide I secolo d.C.

Schede

Provenienza: Bologna, Muro del Reno

TRASCRIZIONE

L(ucio) Ostoreno

L(uci) l(iberto) Aucto

VIviro (=seviro)

Hermes et

Faustus lib(erti)

IIIIIIviri (=seviri)

TRADUZIONE

Al seviro Lucio Ostoreno Aucto, liberto di Lucio. I liberti Ermes e Fausto, seviri (fecero)


L’epigrafe ricorda tre uomini. Il primo è l’intestatario della tomba: Lucio Ostoreno Aucto, liberto di un Lucio della gens degli Ostoreni. Gli altri due, Lucio Ostoreno Ermes e Lucio Ostoreno Fausto, sono liberti del titolare della tomba. Tutti e tre sono seviri, ovvero sacerdoti del culto imperiale.

Curiosità: il sistema romano di notazione dei numerali era, nella maggior parte dei casi, di tipo “additivo”, per cui ogni numero corrispondeva alla somma dei singoli segni numerici. Siccome i numeri erano graficamente simili alle lettere, se una parola era formata da numeri e lettere si poteva evidenziare il numero con una piccola barra orizzontale. Tuttavia non c’era una regola ferrea. In questo caso, ad esempio, nella parola sevir, letteralmente “uno di un gruppo di sei uomini”, la prima parte della parola, sex (sei), è scritta nella riga 3 come VI (V+I = 5+1) e nell’ultima riga come IIIIII (ovvero I+I+I+I+I+I).

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Descrizione tecnica

Calcare: 183x59x32,7 cm. Inv. 19098