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Lapide dal monumento funebre dei Petronii

lapide Prima metà del I secolo d.C.

Schede

Provenienza: Bologna, Muro del Reno

TRASCRIZIONE

[C(aio)] Petronio L(uci) f(ilio) Sab(atina) Pa[ullo?]

[P]ompullenae Secunda[e]

[Pe]tronia C(ai) f(ilia) Paulla c[---]

TRADUZIONE

A Caio Petronio Paullo, figlio di Lucio, della tribù Sabatina; a Pompullena Seconda. Petronia Paulla, figlia di Caio

Questa lastra probabilmente faceva parte di un più grande monumento funerario, la cui struttura è andata perduta. Purtroppo si è conservata solo la parte centrale della lastra e mancano alcune lettere all’inizio e alla fine di ogni riga, rendendo incerta l’interpretazione. Ad esempio ci sono due ipotesi sulla parola finale della prima linea. La prima ipotesi si basa sulla considerazione che l’epigrafe venne dedicata a Petronio dalla figlia, Petronia Paulla: dato che a volte le figlie ricevevano come cognomen (una sorta di soprannome) lo stesso del padre, le lettere PA potrebbero essere le iniziali di “Paullo”. Ma d’altra parte proprio il fatto che la dedicante sia la figlia ha portato qualcuno a ipotizzare che la parola perduta sia “patri”. In questo caso bisognerebbe tradurre la prima riga dell’iscrizione “al padre Petronio, figlio di Lucio, della tribù Sabatina”.

Curiosità: le tribù erano circoscrizioni con funzione fiscale e politica. I cittadini romani di Bononia erano iscritti, di norma, nella tribù Lemonia. Come mai Petronio apparteneva alla Sabatina? È possibile che fosse nato in un municipio diverso. Se fosse l’unico cittadino di quella tribù, potremmo accontentarci di questa ipotesi. Ma se, come si dice, due indizi sono una coincidenza e tre indizi sono una prova, cosa facciamo con … sei indizi? In tutto il territorio di Bononia ci sono ben sei individui iscritti alla tribù Sabatina: per loro il professor Giancarlo Susini, cui si deve l’allestimento del Lapidario, coniò l’espressione di “profughi della Sabatina”, ipotizzando che si trattasse di persone vittime degli espropri di terreno nell’area mantovana che furono decisi da Augusto e di cui la vittima più illustre fu il poeta Virgilio.

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Descrizione tecnica

Pietra calcare: 161,5x110,5x31,5 cm. Inv. 19085